Per capire qualcosa della realtà in cui viviamo non basta acquisire le informazioni. Per non lasciarsi confondere dalle informazioni occorre dotarsi di buoni strumenti che si possono ottenere dalla nostra esperienza personale, dallo studio dei grandi pensatori del passato, ma sono importanti anche gli investigatori del presente. Tra questi non possiamo dimenticare la giornalista canadese Naomi Klein, che ormai da oltre vent'anni ci mostra le dinamiche dell'economia. Oggi però vorrei inserire nel blog qualche appunto su Chris Hedges, un giornalista statunitense che ha scritto molti libri di cui solo due sono disponibili nella traduzione italiana. Eppure Hedges è molto noto: ha avuto il premio Pulitzer nel 2002, l'Amnesty International Global Award, ed è stato proclamato giornalista on-line dell'anno nel 2009.
Chris Hedges è stato un corrispondente di guerra, è stato presente nel Salvador degli anni '80, a Serajevo negli anni novanta, nella striscia di Gaza, per anni ha lavorato per il New York Times. Un giornalista vero, non un riciclatore di narrazioni e di paranoie raccattate nei social.
I titoli dei suoi saggi ci aiutano a capire qual è il suo campo di indagine: Il fascino oscuro della guerra (2004); Perdere Mosè in autostrada (2006); I fascisti americani - La destra cristiana e la guerra in America (2008); Danni collaterali (2009); Quando l'ateismo diventa religione - i nuovi fondamentalisti americani (2009); L'impero dell'illusione - La fine della scrittura e il trionfo dello spettacolo (2010); Morte della classe liberale (2011); I giorni della distruzione e i giorni della rivolta (2012); Il mondo così com'è - Dispacci sul mito del progresso umano (2013); Il salario della ribellione - L'imperativo morale della rivolta (2016); America: il tour dell'addio (2018); Quali notizie? (2019); Il dilemma di Daniele - Come tener duro e salvaguardare il bene nella cultura della corruzione (2019); La nostra classe: trauma e trasformazione in una prigione americana (2021); Fuori dalla caverna: entrare nella luce quando la depressione oscura ciò che vedi (2021).
Il suo giudizio sull'attualità, riassunto nelle parole riportate nell'immagine, è un giudizio terribile e forse non è riferito soltanto alla situazione americana.
Noi oggi viviamo in una nazione dove i medici distruggono la sanità, gli avvocati distruggono la giustizia, le università distruggono il sapere, i governanti distruggono la libertà, la stampa distrugge l'informazione, la religione distrugge la morale e le nostre banche distruggono l'economia.Ma nonostante tutto, Chris Hedge non vuol cedere al pessimismo. Cerca la luce anche nella depressione, cerca umanità tra i detenuti, cerca lo spirito di pace nelle zone di guerra, cerca libertà dove si radicano le dittature. Il suo sguardo sui terribili problemi del mondo attuale è molto utile.
"Se non sei in uno stato di disperazione, allora non stai affrontando la realtà che ci circonda" (Chris Hedges)Viviamo in un periodo molto strano. Allo sconquasso della crisi finanziaria, dei catastrofici cambiamenti climatici e delle migrazioni di massa s'è aggiunta anche la pandemia. E' un tempo cupo che somiglia al tempo della peste, ci impone drastiche misure di protezione, ma è difficile capire se sono misure adeguate, se invece non c'è chi sta approfittando della paura e dello smarrimento per boicottare la democrazia e stravolgere l'economia utilizzando a nostro danno la strategia dello Shock.
Come orientarsi ?
"È molto chiaro che le élite globali al potere non faranno nulla per salvarci. La crisi economica sta arrivando. Anche il New York Times ne sta scrivendo, e sarà molto brutto, probabilmente anche peggio del 2008, perché non hanno un piano B. Non possono abbassare i tassi di interesse più di quanto non abbiano già. Produrranno altri 26 trilioni di dollari di denaro inventato? Bene, Weimar (la Germania durante l'ascesa di Hitler) ci ha provato, così ha fatto la Jugoslavia, che è finita con l'iperinflazione.
Dobbiamo affrontare quanto sia desolante e, si spera, affrontare quella realtà ci spingerà a iniziare a rispondere. Perché non abbiamo più tempo. Voglio dire, non abbiamo più tempo."(Chris Hedges, in un'intervista di tre anni fa)
E' vero, non possiamo aspettarci alcun aiuto dai padroni del vapore, che oggi sono le grandi corporation della finanza mondiale. Non possiamo aspettarci alcun aiuto dai governi, che sono quasi sempre asserviti agli interessi delle elite finanziarie.
"È il capitalismo, non il governo, il problema. La fusione del potere economico con quello statale significa che il governo è soggiogato. E' poco più di un comitato di tutela dei grandi interessi finanziari. Ed è nostro compito riprenderci il governo. Questo avverrà solo attraverso la costruzione di movimenti di massa!"
Possiamo rivolgerci al mercato per acquistare un abito o una vettura nuova o usata, ma ci sono cose che non possono essere trattate come merci. La salute non è un acquisto, non può essere una merce messa in vendita. "Non si deve permettere ai capitalisti di avvicinarsi al sistema sanitario". Non si può lasciare che gli speculatori facciano profitti costringendo le persone a una corsa disperata per trovare i soldi con cui pagare le cure mediche. Neanche la giustizia è una merce. Neanche l'istruzione è una merce. Neanche l'informazione può essere una merce.
Dobbiamo lasciare agli imprenditori la libertà di creare imprese e di operare in concorrenza nei mercati. Non è una forma di comunismo e questa libertà economica non diventa comunismo se viene limitata allo scambio di merci, escludendola dai settori di relazione, di cura e di crescita delle persone dove non ci son merci e non può esserci mercato. La società umana ha bisogno di strutture per la gestione pubblica (democratica) degli interessi e dei beni comuni. Anche gli imprenditori ne hanno bisogno.
Il caso italiano dell'acqua
Col referendum del 2011 gli italiani riuscirono a respingere il tentativo di privatizzare la distribuzione dell'acqua. L'acqua, come l'aria e la salute, è un bene necessario alla vita, non può essere trattata come una mercanzia. La maggioranza dei cittadini riuscì a non cadere nel trucco con cui si cercava di fare una differenza tra la proprietà dell'acqua (bene pubblico) e la gestione degli acquedotti. Se qualcuno avrà il potere di chiuderti il rubinetto quella distinzione è priva di senso: l'acqua non ce l'avrai. Ma quanti ora comprendono che lo stesso trucco viene utilizzato anche per altri beni pubblici dati in concessione ai privati?
La sanità, la scuola, l'informazione, le agenzie di collocamento al lavoro, le agenzie di rating...
Non c'è consapevolezza, c'è regressione. L'acqua, nonostante il referendum, sta tornando silenziosamente nelle mani degli speculatori. Basta guardare le bollette dove non appare una quota destinata al "profitto" del gestore, ma è stato sufficente cambiare la parola: invece di "remunerazione" ci scrivono "onere finanziario" che corrisponde all'inevitabile costo del denaro investito, cioè profitto. Un profitto facile, garantito, sottratto ai rischi della concorrenza. Non è neanche capitalismo di mercato, è qualcosa di peggio: il consumatore d'acqua non può rinunciare all'acqua e deve pagarla versando anche l'obolo per il feudatario.
Le riforme strutturali
Il tecnocrate Mario Draghi è un esponente del capitalismo finanziario. L'hanno chiamato a governare l'Italia e lo fa col piglio dell'amministratore delegato, senza neanche un rispetto puramente formale delle procedure democratiche. Sta disegnando il futuro economico del paese senza alcun confronto con le rappresentanze politiche dei cittadini. Lavora a porte chiuse con i suoi consiglieri, tutti rigorosamente neo-liberisti, da Giavazzi ai pupilli della Fondazione Bruno Leoni, tutti fermamente convinti che non c'è alternativa possibile alla massima libertà di manovra da concedere agli squali dell'alta finanza. Piace a tutti il superbanchiere che demolisce le strutture del potere pubblico, privatizza gli apparati, mercifica le nostre vite. Piace al Renzi d'Arabia, piace al nipotino di Gianni Letta, piace al sovranista Salvini, piace ancora di più ai sovranisti della fiamma tricolore che fingono di essere all'opposizione. E mentre Draghi lavora indisturbato, il grande problema di cui discutere è il green-pass: un certificato che obbliga i non vaccinati a sottoporsi periodicamente ai test anti-covid.
Chris Hedge è un giornalista che si è occupato di quelli che sono davvero i grandi problemi: le guerre, le disuguaglianze, la desertificazione, la spettacolarizzazione dell'informazione, la finanziarizzazione dell'economia, la manipolazione delle coscienze... sostiene che continuando così il capitalismo ci condurrà al disastro generale, la ribellione sarà inevitabile, diventeremo tutti terroristi. Ma loro lo sanno e sanno anche come rimediare al pericolo. Perciò ci lasciano liberi di invocare la ribellione, ci lasciano comunicare nei social, ci lasciano diffondere insulti e insolenze contro i governanti di turno, anzi ci istigano a farlo, anche in forme vistose e rumorose: vediamo le piazze invase dai no-covid, no-vax, no-pass; vediamo gli assalti ai giornalisti, ai sindacalisti, ai virologi. Basterebbe lasciare un po' di libertà al virus, per quietare tutte le proteste. Non sono proteste contro le ingiustizie sociali, contro il furto di democrazia, contro le privatizzazioni di tutto, contro la diffusione di odio nei confronti di varie categorie (le stesse che i nazisti provarono ad annientare). L'ira rivoluzionaria dei manifestanti di comodo si indirizza contro Liliana Segre. Quale colpa avrebbe l'anziana senatrice?
Edith Bruck ha detto che in Europa sta soffiando un vento nero. Lo vediamo, dalla Polonia alla Spagna, dalla Grecia alla Francia.
Giornalismo
Le inchieste giornalistiche di Chris Hedges sul fascismo americano ci fanno capire che sotto la maschera di cartone anche il potere finanziario che domina negli USA è sostanzialmente fascista.
Indagando tra i gruppi della destra cristiana, che non invocano
apertamente la dittatura e non dicono di voler usare violenza fisica per sopprimere
l'opposizione, Hedges scopre molte analogie con la nascita del fascismo in Italia e del nazismo in Germania. Negli anni '20 e '30 mascheravano il loro progetto dittatoriale, sembravano disposti a fare concessioni
fino a quando non hanno raggiunto il pieno potere. Le motivazioni trainanti della destra cristiana sono simili. Riescono a risvegliare nei seguaci una febbrile disperazione e furia. Tutto ciò che servirà, scrive Hedges, è un'altra crisi nazionale, dell'ordine dell'11 settembre, affinché la destra cristiana riesca nel suo obiettivo di distruzione della democrazia americana. Solo allora si riveleranno per quello che sono veramente: gli eredi americani del fascismo. Hedges lancia un avvertimento potente e appassionato. "Siamo di fronte a una minaccia imminente" scriveva già nel suo libro sul fascismo americano, scritto nel 2008, ben prima dell'arrivo di Trump alla Casa bianca e dell'assalto dei "patrioti" a Capitol Hill. Le società democratiche e liberali si espongono a gravi pericoli quando tollerano gli intolleranti.
Anche in Italia le connivenze messe in mostra dalla recente inchiesta di Fanpage ce lo confermano. C'è una sotterranea continuità tra i gruppi di squadristi violenti, i vari partiti di destra, il giornalismo connivente, i fiancheggiatori inconsapevoli e gli interessi dei capitalisti
A proposito di fiancheggiatori inconsapevoli ricordiamoci che fascismo e nazismo non sono nati come dottrine della destra
conservatrice, sono nati dentro i circoli socialisti, usavano gli stessi
proclami della sinistra, si proponevano come rivoluzionari. Ogni
operaio, contadino, studente, casalinga, impiegato che per ingenuità o
per rabbia aderisce alle rivolte organizzate dai nazi-fascisti è un
doppio guadagno per i padroni: uno in meno per la sinistra che vorrebbe creare un
sistema diverso e un soldato in più per fermare, anche con la violenza,
la ricerca ragionata di alternative. Perciò il potere non ostacola mai i fascisti. Ne ha bisogno. Li copre e li maschera in vario modo.
Nei giorni scorsi Mario Draghi ha avallato le nomine dei nuovi direttori dell'informazione RAI. Il M5S, partito di maggioranza relativa, viene di fatto escluso. Al TG2, che ogni giorno chiude la pagina politica con un omaggio a Giorgia Meloni, è stato confermato l'ex missino Sangiuliano. Non è l'unico estimatore della Meloni, c'è anche Petrecca di RaiNwes24 a cui si aggiunge tutto il coro delle reti Mediaset e la finta sinistra di La7, quella che ripropone in ogni talk-show politico Sallusti, Senaldi e Borgonovo. I conduttori de La7 hanno quasi tutti un CV di sinistra (Gruber, Formigli, Floris, De Gregorio, Telese) ma sono ammessi solo se non osano mettere in dubbio la bontà delle ingegnerie finanziarie. Sui canali social de La7 vengono riproposti soltanto gli interventi che risultano favorevoli alla destra. Inutile cercare su YouTube il recente confronto in cui Travaglio ha enumerato a Sallusti le sue sporcizie giornalistiche. I conduttori fanno da cornice, ma sugli schermi di La7 la centralità e l'autorevolezza devono restare ai Sallusti e ai Senaldi o, quando si parla di economia, alla Fornero, Cottarelli, Cazzola...
L'informazione, ripulita da ogni accenno di pensiero critico, è ben disposta ad ospitare il dissenso furioso soprattutto nelle forme di attacco personale e ingiurioso. Fa spettacolo, suscita passioni, crea divisioni. Caciara. Quando a fare i rivoluzionari sono gli arruffapopolo, il potere ne gode.
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