La dittatura sanitaria non c'è, l'accentramento di potere sì.
Quando fu annunciato l'esordio del governo Draghi, mentre giornali e TV lo osannavano come governo di "alto profilo" o "governo dei migliori", su questo blog evidenziai qualche dubbio nel post Cambio di governo al buio, era il 6 febbraio. Adesso, a nove mesi da quello che Marco Travaglio ha chiamato conticidio, è ancora Marco Travaglio a darci notizia di come vengono gestite le decisioni di governo. Senza discussioni.
Sembra quasi che la Repubblica si stia trasformando in una sorta di azienda.
A qualcuno l'uomo solo al comando piace. Rinnova gli entusiasmi dell'aziendalismo nazionale di Silvio Berlusconi. I signori di Confindustria non si lamentano della compressione di democrazia, ma al contrario, temono che qualcuno possa interferire con le decisioni del "capo".
Non dovrebbe esserci l'uomo solo al comando. La Costituzione italiana prevede un governo presieduto da un Presidente del Consiglio, che non è, e non può essere un "capo" di governo. E' solo un primo ministro, cioè un 'primus inter pares'. Se oggi vediamo il primo ministro decidere da solo, e tirando dritto davanti alle obiezioni dei ministri, allora c'è un vulnus del sistema.
Il 'tirare dritto' di mussoliniana memoria coincide col decisionismo, un termine che risale all'opera di Carl Schmitt e che in Italia fu sdoganato ai tempi del craxismo. Dopo i decenni costellati da tentativi di colpo di stato e dagli anni delle stragi, fu Bettino Craxi ad esprimere apertamente il disprezzo per gli equilibri costituzionali: si fece eleggere segretario del partito per acclamazione, auspicò che gli elettori andassero al mare invece che al voto, prospettò un controllo politico dei pubblici ministeri e promosse l'idea del governo decisionista. Nelle vignette di Forattini veniva spesso disegnato con stivaloni e camicia nera.
Il Movimento 5 Stelle può essere criticato per mille ragioni, ma è certo che non è mai andato nella direzione dell'accentramento di potere. La proposta di realizzare una democrazia diretta, benché poco credibile sia in linea di principio,sia per come veniva attuata, va nella direzione opposta. Eppure la falsificazione dei fatti arriva all'assurdo di accusare Giuseppe Conte di esssere stato "il primo presidente della storia d'Italia che si è dato pieni poteri, ha proclamato lo stato di emergenza e ha governato a colpi di Dpcm" (parole di Alessandro Sallusti). No, Conte non è stato un dittatore. I suoi DPCM erano costituzionalemente legittimi.
Più prudentemente c'è chi si limita a parlare di fermezza, governabilità, stabilità. Sono tutti termini che rimandano più all'idea di ordine che a quella di democrazia.
Se ne può discutere? Sembra di no, perché ogni critica al governo viene risucchiata dal vortice delle proteste no-vax, no-mask, no-pass, che ai più appaiono demenziali e fascistoidi.
[ I due video di Gio Pizzi e di Barbascura sono datati, risalgono all'autunno dell'anno scorso, prima dell'arrivo dei vaccini, ma conservano la loro utilità. Fiore e Castellino erano già lì. Il green-pass non era ancora immaginabile e si parlava di 5G e di adrenocromo. Qui voglio linkarvi un altro video di Barbascura che risale ai primi giorni di diffusione del covid e spiega perché le comunicazioni scientifiche sono state poco chiare.]
L'adesione alle sgangherate e pericolose proteste come quelle dell'ex-generale Pappalardo che persevera coi suoi squinternati proclami (con o senza fascisti) serve solo a rafforzare l'idea che alle politiche neoliberiste non ci sia nessuna alternativa credibile. Le alternative invece ci sono, ma non sarà mai la destra a proporcele. Nè la destra conservatrice, nè quella fintamente rivoluzionaria. L'estrema destra ha sempre sguinzagliato agitatori nelle piazze conservandosi sempre fedele agli interessi padronali.
Oggi i padroni chiedono l'abolizione dei sussidi di disoccupazione (il c.d. Reddito di Cittadinanza) e parlano sprezzantemente di Sussidistan, nascondendo che soprattutto le imprese sono alla continua ricerca di sussidi. Vorrebbero tutti i soldi pubblici nelle mani di imprenditori privati, in nome di grandi opere inutili o di sostegno agli investimenti. Per i padroni la transizione ecologica si fa riproponendo l'energia nucleare. A queste scellerate strategie le destre populiste e sovraniste sono sempre obbedienti: la Meloni paragona il reddito di povertà alla somministrazione di metadone ai tossicodipendenti; Salvini e Renzi lo vogliono abolire per dare tutti i soldi alle imprese. Tutti sono d'accordo sul nucleare e sul lasciare campo libero alle speculazioni finanziarie. E tutte le destre, di governo e d'opposizione, sono ancora ben liete di fare fronte unico con Berlusconi e tutti concordi con le sue strategie di privatizzazioni selvagge.
C'è un tornaconto incessante tra le strategie padronali e le finte sollevazioni popolari. Non a caso un berlusconiano come Lucio Galan, recentemente transitato in Fratelli d'Italia, diffonde fake news per esaltare l'importanza delle proteste no-pass. Oggi il pretesto è il green-pass, che sicuramente è un provvedimento che si espone a critiche di irrazionalità, lo si potrebbe ridiscutere per capire se davvero è utile estenderlo a tutti i posti di lavoro, ma non si discuterà niente finché la protesta sarà monopolizzata dai esaltati dei vaccini al microchip e dei vampiri succhiatori di adrenocromo.
Mentre in TV si discute furiosamente di covid e di vaccini, dando la parola a personaggi eccentrici come il dottor Meluzzi e a scientisti dogmatici come Cecchi Paone, il governo approva le sue manovre di cui nessuno parla, come l'autonomia regionale differenziata, con cui si distruggerà la sanità e la scuola pubblica. Per i ceti medi sarà l'ennesima mazzata, per i più deboli sarà peggio della perdita del sussidio. Cosa fanno gli esponenti delle varie destre in questi frangenti? Raccolgono firme per abolire il reddito di cittadinanza. Guerra ai poveri, che bella idea!
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