Una norma di legge ha stabilito che in certi documenti ufficiali non si possono indicare i nomi dei genitori come "padre" e "madre" e che gli stessi devono essere classificati come "genitore 1" e "genitore 2".
E' una bufala. Non è mai esistita alcuna norma che abbia stabilito un'idiozia di questo genere. Però molti la credono vera, perché l'hanno letta, l'hanno sentita in televisione, hanno visto le proteste di alcuni partiti e associazioni. Recentamente hanno saputo che la norma è stata abolita per decisione dell'ex-ministro Salvini, dunque prima c'era, altrimenti come avrebbe fatto ad abolire una norma che non esiste?
No, la regola del Genitore 1 e Genitore 2, imposta affinché non si scrivesse più padre e madre non è MAI esistita. E' una bufala bella e buona, ma di quelle così ben confezionate che ci vuol fatica per smentirle. Come si fa a smentire un norma che nessuno cita, che nessuno sa dove sia?
Visto che ora la norma inesistente è stata abolita, partiamo da questa presunta abolizione. Ce ne dà notizia l'Avvenire del 3 aprile 2019 che titola: "Torna madre e padre sulla carta d'identità dei minorenni"
Andiamola a leggere questa bella norma e vediamo cosa "torna". Il decreto di Salvini impone una variazione ad un precedente decreto che predisponeva le "modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica". Era il decreto del 23 dicembre 2015 che consta di 19 articoli e di un ampio allegato in cui ricorre più volte la parola "genitori" (plurale generico senza alcuna numerazione) che andrà ora sostituita con "padre e madre". La parola "genitori" deve scomparire dal documento e dai moduli burocratici di rischieta.
Chi volesse leggere tutto il decreto del 2015 non troverà alcuna indicazione di genitore 1 e genitore 2. Il decreto prevede, come già avveniva precedentemente, che la richiesta di carta di identità per un minorenne contenga i nomi e le firme dei genitori o del tutore.
Anche prima del 2015 la norma usava le stesse parole.
Normalmente i genitori sono due, quindi il modello elettronico è stato redatto con una tabella a due colonne riservando una riga per le firme, la seconda riga per i nomi "dei genitori o del tutore" e la terza per gli estremi del documento. Ovviamente uno dei due genitori dovrà inserirsi nella prima colonna e l'altro nella seconda colonna, come avviene per i due testimoni. I genitori non vengono qualificati in alcun modo. Non c'è un genitore 1 e genitore 2.
Davvero difficile capire in che modo questo modulo potrebbe offendere i ruoli della famiglia tradizionale. Qualcuno potrebbe pensare che questo modulo ha rimpiazzato quello che in passato conteneva diciture diverse, padre al primo rigo e madre al secondo? Sbaglierebbe. Il precedente modulo, abolito nel 2015, recava sempre l'indicazione di genitori,
però non presentando una tabella a due colonne, elencava in ordine: 1°
testimone e 2° testimone, 1° genitore e 2° genitore. Se ne può trovare
un'immagine nell'articolo di Caterina Coppola su TPI.
Non è vero che nel 2015 i fautori della "teoria Gender" hanno eliminato il papà e la mamma. Hanno solo eliminato la numerazione. E' avvenuto l'esatto contrario di quel che Salvini vorrebbe farci credere. Non è vero neanche che nel 2015 era al potere una cattiva sinistra di cui ora Salvini sta cancellando le malefatte. Allora c'era il governo presieduto da Matteo Renzi ma ad emanare il decreto per la carta di identità elettronica fu il ministro Angelino Alfano (noto soprattutto come delfino di Berlusconi). Dunque sarebbe stato un ministro di centrodestra a far sparire l'indicazione di "padre" e "madre"? In realtà la dicitura "padre" e "madre" nel modulo non c'era mai stata. Ecco perché nessuno citava la famigerata norma che sarebbe stata introdotta dai perfidi nemici della famiglia tradizionale.
Prima del 2015 gli spazi destinati ai nomi dei genitori erano numerati, ma questo non aveva mai disturbato nessuno. Quando i numeri sono spariti è iniziata la battaglia contro la fantomatica Teoria Gender e qualcuno ha proposto un ricorso al Garante del Trattamento Dati Personali.
Il ricorso fu respinto, ma non per una presunta sottomissione del Garante agli influssi malefici del Gender (Antonello Soro che firmò la decisione come Garante è un democristiano doc, un sicuro sostenitore della famiglia tradizionale come lo era anche il Ministro Alfano).
Il Garante rilevò che la qualificazione di padre e madre avrebbe messo alcune persone (affidatari del minorenne) in condizione di dover dichiarare un falso, infatti chiunque si fosse trovato ad esercitare le funzioni genitoriali senza essere tutore e neanche padre o madre del minore sarebbe stato costretto a darsi una qualifica impropria. Sono situazioni che si verificano soprattutto nei casi di riconoscimento di nascite o adozioni avvenute all'estero.
La crociata dei difensori della famiglia tradizionale non si fermò. Ora èapprodata all'obiettivo grazie al Decreto Interministeriale 31 gennaio 2019 imposto da Salvini con cui si stabilisce che il termine "genitori" va sostituito con quelli di "padre" e "madre". Un provvedimento salutato dalla stampa come salvifico e tutti ne danno notizia in modo fuorviante: non dovrebbero dire "Torna madre e padre sulla carta d'identità dei minorenni", non è vero che è stato "ripristinato" qualcosa che era stato abolito. Il nuovo decreto impone una dicitura nuova senza considerare che non è generalizzabile e che verrà a creare i problemi già segnalati dal Garante.
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Altre volte la bufala del genitore 1 e genitore 2 viene propagandata anche con riferimento ai moduli scolastici rispetto ai quali non hanno alcun valore i decreti del Ministro degli Interni. Né quello di Alfano, né quello di Salvini. A scuola i problemi son diversi.
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Immagine di un cartellino scolastico del 2012 |
Un tempo in fondo alla pagella c'era scritto "firma del padre o di chi ne fa le veci". Quando ero bambino non capivo e domandai a mia nonna, che a scuola non c'era andata ma capiva abbastanza bene le cose del mondo, e lei mi disse che non tutti hanno il padre. Ovviamente mia nonna non si riferiva al padre biologico, quello ce l'hanno tutti, ma intendeva farmi capire che per firmare una pagella ci vuole una persona viva e presente. Era una risposta molto simile a quella data dal Garante: la funzione genitoriale è sempre stata diversa dal legame biologico.
Papà e mamma che ti fanno nascere e poi ti fanno crescere restando sempre vigili ed uniti, non è lo standard che diabolici Gender vorrebbero distruggere, è solo una condizione fortunata che non è mai stato possibile assicurare a tutti. I conservatori di una volta lo sapevano molto bene, adesso tutto è cambiato, al posto dei conservatori abbiano i donchisciotte alla Salvini che combattono contro il Gender.
Oggi le scuole sono in difficoltà quando devono chiedere una firma per la pagella o per un permesso o per una giustificazione. Se i genitori ci sono, ma sono separati e in guerra tra loro, la scuola dovrà sempre avere una doppia firma. Non è importante distinguere tra mamma e papà, occorre molta attenzione ai diritti e ai doveri: il genitore affidatario che convive col minore è diverso dall'affidatario non convivente e al non affidatario. Tuttavia non è opportuno inserire nel modulo queste particolari qualificazioni. Per semplicità si dice "genitori" e sarà la scuola a dover capire dove basta una sola firma e dove dovrà chiederne due. Ma sospettare che in ogni Dirigente Scolastico si cela un affiliato alla malefica strategia del Gender e sia nemico della famiglia tradizionale è ridicolo.
Stiamo parlando di una battaglia ideologica priva di senso.
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Cosa c'entra in tutto questo l'ex Ministra Kyenghe? Assolutamente nulla, eppure qualcuno si è sentito in dovere di chiederle il parere
che lei ha espresso come farebbe qualunque persona di buon senso. Un
modo geniale per indurre i lettori a fare tutt'uno tra invasione di
migranti e invasione degli ultra-gender, cioè tra l'inesistente Piano
Kalergi e l'inesistente Teoria Gender. Messi insieme sono più credibili e
suscitano maggiore indignazione.
C'entrano qualcosa i gay e le lesbiche in tutto questo? Ovviamente no, le separazioni coniugali avvengono anche nelle coppie etero e avvenivano anche quando la legge non ammetteva la possibilità di divorziare. Sono le separazioni coniugali conflittuali in un sistema che prevede la parità tra genitori ad imporre il cambio di certe dicitura nei moduli. Forse Salvini e Meloni non riescono a capirlo? Secondo me lo capiscono benissimo, ma la loro crociata contro l'inesistente Teoria Gender non serve a difendere la famiglia (che loro non hanno e siguardano bene dal farsela) e tantomeno i bambini che saranno i primi ad essere discriminati se gli insegnanti dovessero trovarsi nell'obbligo di chieder la firma del padre o della madre anche ai meno fortunati.
La crociata degli anti-gender non ha nessun fondamento nei fatti, mette insieme falsità e mistificazioni al solo scopo di perseguire una strategia di costruzione del nemico. Il Gender è totalmente inventato ma come metodo di propaganda è molto efficace perché evoca una minaccia a valori profondi legati agli affetti più importanti. Crea un mostro cattivo. Giorgia Meloni ha costruito sulla guerra contro il Gender la propria identità politica e sta raccogliendo ampi consensi. Gli anti-gender sarebbero anche disposti a pagare qualche sciroccato (chissà che non lo stiano già facendo) che in nome delle famiglie arcobaleno o delle associazioni LGTB si mettesse a proclamare i principi genderariani. Per loro sfortuna pare che accada il contrario.
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Se la Teoria Gender non esiste e se la storia del genitore 1 e genitore 2 è una pura fandonia, come quella della sostituzione etnica, delle case popolari assegnate con precedenza agli zingari, ecc. perché la gente non riesce a capirlo?
Una risposta è contenuta nei fatti che abbiamo esaminato. La deformazione delle notizie non proviene solo da una stampa politicamente orientata, non lo dicono solo i soliti demagoghi politici di Mediaset-Giornale-Libero-Verità. A dirci che Salvini ha finalmente ripristinato le denominazioni tradizionali sulla carta di identità sono tutti, coralmente:
- Today è una diffusissima rete di notiziari locali
- Altalex è un sito giuridico
- Sky è un grande network televisivo
La falsa narrazione del Gender, già amplificata anche in modo inconsapevole, sarà poi ripresa da tutti i liberi battitori della controinformazione che in rete, agitando accuse contro il main-stream, rilanceranno la bufala e chiameranno a raccolta tutti gli indignati per unirsi nella guerra. Non è la guerra contro la Teoria Gender, che fortunatamente non esiste, è una guerra contro il buon senso e il vivere pacifico, cioè contro quella condizione in cui personaggi come Salvini e Meloni non potrebbero ambire neanche ad un posto da consigliere di condominio. Creando bufale e montando crociate anti-bufale il duo Salvini-Meloni pescherà consenso sia dal main-stream, sia dalla sedicente controinformazione anti-main-strem. E i risultati purtroppo si vedono.
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Per non concludere in tristezza vi rimando alla bellissima notizia di un bambino (maschio di 6 anni) sorpreso a giocare con una bambola. Un anziano signore lo ha rimproverato, immaginando probabilmente che il bimbo fosse vittima di una educazione gender che forzando la sua naturale tendenza gli avrebbe creato disordini psicologici e avrebbe turbato lo sviluppo della sua naturale identità sessuale: "Sei un maschietto! perché giochi col bambolotto?"
Il bimbo non ha esitato a rispondergli: "Sono il papà, mica la mamma!"
Una risposta meravigliosa che sembra avere la stessa spontanea naturalezza del bambino della favola che dice davanti a tutti: "Il re è nudo!"
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AGGIORNAMENTO del 16 febbraio 2024 - La Corte d’Appello di Roma ha stabilito che
sulla carta d’identità di un bambino/bambina non possono essere indicati dati personali diversi
da quelli che risultano nei registri dello stato civile. In tal modo viene smentito il decreto del 2019 firmato da Salvini che imponeva al posto di genitori la dicitura madre/padre sui documenti.
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