22 giugno 2024

Fascistaggine

 Trent'anni fa, quando Berlusconi sdoganò i missini accettandoli come alleati, i comunisti avevano già rinunciato da tempo al nome e al simbolo che avrebbe potuto accomunarli alle dittature del novecento, invece la fiamma tricolore continuava ad ardere sugli emblemi politici della Destra e poi dei Fratelli d'Italia. I tentativi di Gianfanco Fini di sganciarsi dai riti nostalgici furono spazzati via dal fango che i giornalacci di Berlusconi gli rovesciarono addosso per la vicenda della casa di Montecarlo.
  I fascisti ora sono passati dalle poltrone secondarie del governo a quelle principali perciò hanno perso ogni ritegno e non passa giorno senza una esibizione della loro fascistaggine.






Il fastidio manifestato ad ogni ricorrenza del 25 aprile, i busti del Duce tenuti come sacre reliquie (Ignazio La Russa) o tenuti sul comodino (Daniela Santanché); la messa al bando di una canzone di libertà come Bella Ciao; commemorazione del Gen. Graziani e Italo Balbo, i rituali di Predappio e di Acca Larentia... sembra quasi che abbiano il timore che qualcuno possa non vedere o non considerare la loro fascistaggine.

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