13 settembre 2021

E' pandemia o dittatura sanitaria?

Lo scontro tra vaccinisti e antivaccinisti sta monopolizzando l'informazione.  Più si parla di vaccini e meno sapremo di quello che il governo sta preparando per il lavoro, l'economia, la giustìzia, gli appalti, la scuola, la pubblica amministrazione.
Ora lo scontro è arrivato perfino alle accuse di terrorismo. Ci hanno detto che i no-vax stavano preparando l'assalto alle stazioni ferroviarie, dove poi non s'è visto nessuno, ora ci dicono che potrebbero bombardare Montecitorio con un drone carico di tritolo, presentata come notizia da prima pagina perché qualche idiota l'ha scritto in una chat. Giornalismo. Ma qui, prima di esaminare ciò che sta accadendo vorrei fissare alcuni punti che mi sembrano chiari.

La Costituzione

1) la Costituzione consente di imporre limitazioni della libertà di circolazione (art.16) e di riunione (art.17) per motivi di salute e di sicurezza. Quindi le zone rosse, gli obblighi di quarantena, i lockdown e gli orari di coprifuoco, sono limitazioni legalmente ammesse, non sono di per sè segnali di dittatura.
2) La Costituzione (art. 32) prevede la possibilità di trattamenti sanitari obbligatori, tra cui anche gli obblighi vaccinali. Ci sono già state leggi che impongono l'obbligo di vaccinazione e nessuno le ha considerate incostituzionali.  
3) La discriminazione nel trattamento di situazioni oggettivamente diverse è lecita, talvolta perfino necessaria. Richiedere una patente per la guida dei veicoli a motore non lede i diritti di chi non la possiede. Separare gli ambienti tra fumatori e non fumatori è una discriminazione lecita e molto apprezzata dai non fumatori. La Costituzione vieta le discriminazioni di sesso, razza. lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali o sociali (art.3). Fumare o non fumare, vaccinarsi o non vaccinarsi, girare nudi o vestiti, sono libere scelte, non sono condizioni insuperabili. Quindi imporre una "patente di immunità" per l'accesso ad alcuni luoghi, attività o servizi è perfettamente lecito. Non implica alcun sospetto di dittatura.

La dittatura sanitaria


Chi sta agitando lo spettro della "dittatura sanitaria" sta sbagliando e sta anche avvelenando il dibattito. Invece chi vuole mettere in discussione l'opportunità, la coerenza e l'utilità dei provvedimenti adottati per il contenimento della pandemia, fa una richiesta normale e legittima. Nessuna scelta può essere esente da critiche.
La partecipazione dei cittadini alla discussione politica è l'essenza della democrazia. Non si può sopprimere il confronto dialettico in nome di un'emergenza, non si può censurare l'opinione contraria in nome di una acclarata verità  scientifica. Ne consegue che è lecito affermare anche che gli asini volano.  A questo tipo di affermazione si possono contrapporre evidenze (asini senza ali) ed elaborati scientifici (manuale di zoologia) che probabilmente non convinceranno coloro che volessero continuare a credere che in qualche remoto ed inesplorato luogo del pianeta potrebbero vivere asini alati, però è improbabile che questa convinzione possa fare molti proseliti, resterà minoranza.

Ricordiamoci che la democrazia non si fa imponendo a tutti la verità o la volontà della maggioranza, si fa mantenendo il rispetto delle minoranze. Tradotto in termini attuali: il virologo esporrà la sua opinione basata su studi scientifici ed esperienza professionale, ma non può chiedere l'eliminazione di opinioni diverse, neanche le più bislacche.

I negazionisti del covid

Nei primi mesi del 2020 molti ritenevano che il coronavirus era un banale virus influenzale, all'inizio lo affermarono anche noti esperti, poi arrivarono le notizie di centinaia di intubati e di morti. Le autorità cercarono di tranquillizzare dicendo che nella gran parte dei casi il covid-19 risultava fatale solo per persone molto anziane e già malate. Ci dissero anche che non era necessario proteggersi con le mascherine, ma i fatti contraddicevano queste rassicurazioni. Ci si contagiava e il primo paziente ricoverato a Codogno era un trentottenne in ottima salute e fu salvato solo dopo un lungo periodo di intubazione. Nel giro di due settimane a Bergamo dovettero mandare i camion militari per trasportare il numero eccessivo di bare. Eppure, nonostante le evidenze, alcuni si rifiutavano di credere. Li chiamarono i negazionisti del Covid. Dicevano che i decessi erano dovuti ad altre cause, i camion militari di Bergamo erano solo una messa in scena, le ambulanze facevano inutili giri a vuoto, e poi, durante l'estate, quando gli ospedali uscirono dalla terribile situazione di emergenza, sostennero che i medici e gli infermieri ballavano nei reparti per farsi beffe dei creduloni.

C'erano anche negazionisti importanti, capi di stato con atteggiamenti da bulli,  ma già a fine marzo Boris Johnson si contagiò e finì in terapia intensiva. Donald Trump cominciò a capire che il virus non era riservato ai cinesi e decise di autoimmunizzarsi usando l'idrossiclorichina, (agli altri consigliò perfino la candeggina) ma finì ugualmente contagiato e ricoverato.
Dire che il Covid-19 non esiste o è una semplice influenza equivale agli asini che volano. Ora credo che i negazionisti siano quasi scomparsi. Però a dicembre sono arrivati i primi vaccini, realizzati in gran fretta con tecniche di ingegneria genetica.  Non tutti si fidano.
 

No-vax e Free-vax

A gennaio del 2021 è iniziata la vaccinazione del personale sanitario e degli ultraottantenni, poi fu estesa anche agli insegnanti. La campagna di vaccinazione veniva ostacolata da quelli che furono poi chiamati No-Vax. In parte erano i negazionisti, che ormai non negavano più la pandemia, ma consideravano che i rischi del Covid fossero inferiori ai rischi di un vaccino non abbastanza collaudato. Altri non negano la presenza della pandemia e non si oppongno alla  campagna vaccinale, perciò rifiutano l'etichetta di no-vax, chiedono solo una libertà di scelta: free-vax.

I medici ci dissero subito che il rifiuto della vaccinazione, benché lecito, poteva creare un problema, quello di non raggiungere la massa di immunizzati necessaria a creare l'immunità collettiva (c.d immunità di gregge).  Obbligare tutti a vaccinarsi? Obbligare alcune categorie? Come ho già detto, è una scelta politica, non è un salto verso la dittatura sanitaria. Già il governo Conte era stato accusato di eccessivo autoritarismo per i provvedimenti che limitavano la circolazione delle persone (lockdown imposto dal 9 marzo al 4 maggio 2020) e paradossalmente fu denunciato per le mancate limitazioni (i casi di Nembro e Alzano). Però è stato il governo Draghi ad imporre il primo obbligo vaccinale per il personale sanitario (decreto del 4 aprile 2021). Dittatura anche questa? Ovviamente no, ma come trattare i sanitari che rifiutano la vaccinazione? Saranno licenziati?

L'obbligo vaccinale è ammesso dalla Costituzione, ma ci sono chiari limiti. L'art.32 stabilisce che "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana." A mio avviso l'obbligo vaccinale non si potrà mai attuare con una costrizione fisica. La squadra di robusti infermieri che immobilizzano il malcapitato per infilargli l'ago nel braccio non sarebbe rispettosa della dignità umana. Si possono solo prevedere sanzioni per chi non rispetta l'obbligo. Per esempio una multa, come è già previsto per altri obblighi dello stesso tipo. Sanzioni di altro tipo potrebbero incidere su altri diritti costituzionalmente tutelati,come il diritto al lavoro e il diritto allo studio. In questi casi occorre un bilanciamento dei sacrifici. Una scelta politica molto delicata che sarebbe quasi sicuramente sottosposta al vaglio della Corte Costituzionale.

Il Green-Pass

La prima variante del virus  è stata quella inglese, poi sono arrivate le varianti indiane, ora sappiamo che anche i vaccinati possono contagiarsi e possono contagiare. Il vaccinato sembra essere abbastanza protetto dalle conseguenze più pericolose della malattia, ma non è immunizzato. Non sappiamo neanche se siano immunizzati i guariti, purtroppo esistono casi di reinfezione. In questa situazione ha ancora senso parlare di obbligo vaccinale? Forse sì, non più per raggiungere una impossibile immunità di gregge, ma per ridurre l'impatto dei ricoveri sul sistema sanitario. E' possibile introdurre allo stesso scopo una patente di immunità?

Se la vera immunità non c'è per nessuno, quella che dovrebbe essere una patente di immunità diventa un passaporto vaccinale. Non discrimina per proteggere dal contagio, discrimina solo i più diligenti che si sono vaccinati, dai negligenti che rifiutano, diventa una sorta di certificato di obbedienza. Si dirà che non è vero perché il Green-Pass viene rilasciato anche ai guariti e ai non vaccinati che si sottopongono al tampone, ma a molti sembra un trucco perché il tampone va ripetuto spesso, richiede tempo e denaro. Una differenza notevole. Anche se formalmente sembra una patente di immunità, di fatto la discriminazione si crea.  
Non si tratta di contestare il Green-Pass, bensì di pretendere che sia richiesto solo dove realmente necessario. Facendo un parallelo con la patente automobilistica cosa si potrebbe dire se un governo decidesse di concederla ai vegani vietandola ai mangiatori di carne? La discriminazione potrebbe anche trovare una giustificazione, per esempio il governo potrebbe citare qualche studio che attribuisce  al cibarsi di carne una maggiore aggressività, ma una tale supposizione non basta per affermare che non possano guidare bene una vettura. L'incongruenza del criterio renderebbe assurda anche la patente di guida a cui siamo abituati da tempo. 

La discriminazione

La scelta dei servizi e delle attività sottoposte al possesso di Green-Pass pone anche un altro problema: il regolamento 953/2021 del Parlamento Europeo raccomanda agli stati membri dell'Unione di "evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate (...) perché non hanno avuto l'opportunità di vaccinarsi o hanno scelto di non vaccinarsi". A molti il Green-Pass come è stato concepito dal governo italiano sembra contraddire il regolamento europeo.

Il Green-Pass avrebbe consentito anche di tentare utili sperimentazioni. Per esempio all'interno di alcune comunità o di luoghi di lavoro la separazione tra vaccinati e non vaccinati poteva dare una misura dell'effetto protettivo che non è conseguente solo alla vaccinazione. Se i non vaccinati non sono anche negazionisti e usano bene i dispositivi di protezione potrebbero creare un ambiente più sicuro dei vaccinati che si muovono con maggior disattenzione. Questo tipo di sperimentazione però non si può fare a scuola, tra gli insegnanti, perché ogni aula è piena di minorenni non vaccinati e l'insegnante è uno solo tra tanti. Perché il governo Draghi ha imposto il Green-Pass al personale scolastico? Perché lo si vuole estendere perfino ai genitori che possono entrare a scuola meno di quanto non facciano all'ufficio delle poste o dal parrucchiere?

Queste domande hanno già avuto una risposta: il Green-Pass non è una patente di immunità, non realizza discriminazioni razionali sul piano sanitario, è solo un lasciapassare che favorisce i vaccinati allo scopo di esercitare una pressione (o ricatto): "non sei obbligato a vaccinarti, ma se non ti vaccini e non puoi dedicare tempo e soldi per tre tamponi alla settimana perderai lo stipendio, non potrai studiare, non potrai entrare nella scuola dei tuoi figli, non potrai andare al cinema o viaggiare in aereo, ecc."

Il pensiero critico

Come ho detto fin dall'inizio, la patente d'immunità non evoca alcun clima da dittatura, è una soluzione più morbida dell'obbligo vaccinale generalizzato, ma alcune incongruenze la rendono poco credibile, quasi un modo ipocrita per arrivare all'obbligo. Giustamente il filosofo Massimo Cacciari, che non è contrario ai vaccini e non sta denunciando alcuna dittatura, ci ha messo in guardia dai rischi che possono derivare dalla passiva accettazione di regole arbitrariamente discriminatorie. La paura è di per sé un fattore socialmente pericoloso, la reazione irrazionale e la ricerca di qualche nemico da colpire creano una condizione politicamente molto pericolosa. Un posizione simile si trova anche nell'appello firmato da centinaia di docenti universitari.

In Piemonte il prof. Marco Meotto, docente di filosofia, pur essendo regolarmente vaccinato si è rifiutato di esibire il Green-Pass per entrare a scuola, in tal modo ci ha dato un esempio di disubbidienza civile che dovrebbe costringere tutti ad una attenta riflessione: il Green-Pass è uno strumento lecito, forse è anche una buona soluzione per evitare l'obbligo vaccinale, ma ha senso imporlo agli insegnanti? La questione non merita un rilievo almeno uguale alla notizia del bidello che ha preso a pugni un giornalista? Un episodio molto grave che non può non suscitare sdegno, ma poi s'è visto che il bidello aveva in casa un piccolo arsenale di armi, probabilmente si tratta di un soggetto pericoloso per ragioni ben diverse dalla gestione della pandemia. Nulla dobbiamo apprendere dal bidello violento, ma forse abbiamo da apprendere dal prof. Meotto o dal prof. Amicantonio che vorrebbe continuare ad insegnare socraticamente l’insostenibilità delle verità assolute.

L'esercizio di un pensiero critico non deve e non può essere confuso col negazionismo, né col rifiuto della scienza. Massimo Cacciari non diventa un no-vax solo per aver criticato il Green-Pass. L'assenza di pensiero critico a scuola segnerebbe la morte della scuola.

Ps - aggiungo alcune conferme alle precedenti considerazioni:

1) la notizia del genitore privo di green-pass a cui è stato impedito di riprendere i figli dalla scuola, cioè di entrare nello spazio comune per due minuti, ci offre l'evidenza delle conseguenze demenziali a cui conducono le norme non calibrate sulle esigenze reali delle persone e sui reali pericoli. Una persona munita della mascherina protettiva, che non si trattiene nello spazio chiuso, ma non piccolo, e anche arieggiato, non può costituire alcun pericolo. Mi sembra ovvio che qualora il genitore fosse portatore di contagio probabilmente lo sarebbero già anche i suoi figli, gli stessi bambini che si sono trattenuti a scuola senza green-pass per tutte le ore della mattinata.

2) ancora più assurda la notizia dell'insegnante che è entrato a scuola munito di regolare green-pass, ha svolto la lezione della prima ora, ma poi è stato costretto ad uscire perché alle ore 9,30 terminava la validità del tampone in base al quale era stato rilasciato il passaporto. Il docente era considerato immune al momento dell'entrata, ma non lo era più allo scoccare dell'orario benché nel frattempo fosse rimasto dentro l'aula da immune. Qui siamo al livello estremo di idiozia burocratica e dobbiamo farci la domanda del principe De Curtis: siamo uomini o caporali? 

3) il provvedimento di estensione del green-pass a tutti i lavoratori sarà un obbligo sanzionato da una multa, potrà comportare la sospensione dal lavoro, ma non c'è rischio di perdita del posto di lavoro. Quindi nel bilanciamento di interessi il governo ha considerato prevalente la tutela del diritto individuale alla conservazione del posto di lavoro.

1 commento:

  1. Caro Tom,

    sono d'accordo con te. Ma esistono veramente i no-vax? Oppure è un'espressione creata ad uso e consumo dei media, la quale ha come unico scopo quello di fomentare la zizzania, o peggio l'odio in seno alla società?

    Eccoti un esempio di assenza di spirito critico e di invito alla discriminazione: nel suo discorso all'inaugurazione dell'Anno Accademico dell'Università di Pisa, il Presidente della Repubblica ribadisce " il dovere morale e civico della vaccinazione. Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione perché quell'invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere in pericolo la vita altrui. Chi pretende di non vaccinarsi in realtà costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà, a rinunciare a prospettive di normalità di vita (...). Ma questo qui dove vive? Chi è che sta costringendo chi? Quante persone sono morte perché è stato applicato il protocollo "Tachipirina e vigile attesa"? O ancora più grave molti medici di famiglia si sono rifiutati di visitare i propri pazienti affetti da influenza o covid a domicilio. La lotta alla pandemia in Svezia e in Israele nega proprio il nocciolo del suo discorso: da una parte non vi sono state misure coercitive, ma ci si è affidati al senso di responsabilità dei cittadini; dall'altra il paese con un tasso di vaccinazione che rasenta il 100%, ma con contagi ( ricoveri e morti) alle stelle tra i vaccinati. Secondo il capo dello Stato, gli svedesi sarebbero degli esseri immorali ( a cominciare dalle autorità!) e incivili; mentre gli israeliani lo sarebbero? Tenuto in Germania, il discorso di Mattarella sarebbe considerato incostituzionale, in quanto sia l'obbligo vaccinale diretto, ovvero per legge, che quello indiretto, ovvero coercitivo tramite green pass o 3G (Geimpft, Genesen o Getestet - vaccinati, guariti o tampone negativo) come si usa qui. Quel passaggio del discorso di Mattarella mi ha fatto pensare ad una scena del film "Quo vado", quando Checco chiede al segretario se la dirigente fosse del mestiere: ma il Presidente la Costituzione la conosce? Oppure riprendendo la battuta che usavano fare i consiglieri comunali del paese al collega Camillo il falegname, che in consiglio comunale citava sempre dal suo codice civile: "A Camille, ma quesse è che dè: lu Codice o lu Barbanera?". Consólati, anche il Collega Presidente tedesco ha fatto un discorso simile, ma quasi nessuno lo ha contesta, né giuristi né giornalisti.
    Su FB, ho letto spesso post in cui veniva citato l'articolo 32 della Costituzione come base giuridica dell'obbligo vaccinale. Stranamente nella citazione mancava sempre l'ultima frase: "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana." Spesso a citare l'articolo summenzionato erano dei costituzionalisti. Strano vero?

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