30 gennaio 2021

I rottamatori

La somiglianza tra le bizze di Matteo Renzi e le rodomontate di Donald Trump sembra una facezia, ma basta guardare gli elogi profusi da Renzi al principe saudita Mohammed bin Salman per capire quanto i due rottamatori siano effettivamente vicini. 

Renzi e Trump sono apparsi sulla scena politica col dichiarato intento di rottamare. Renzi diceva di voler eliminare i rottami di un vecchio modo di far politica, poi s'è visto che provava fastidio per gli intellettuali (gufi), per le persone colte (professoroni) e per gli equilibri costituzionali. Trump aveva dichiarato da subito la sua insofferenza per i diritti, la cultura e anche per la scienza. Rottamavano le stesse cose. Nel caso di Trump all'arroganza aggiungeva anche la volgarità.
In politica estera sembravano molto diversi: Trump xenofobo costruttore di muri, Renzi aperto e dialogante. Ma entrambi hanno contribuito ad armare la monarchia saudita per consentirle di continuare i massacri di civili nello Yemen. La fornitura da oltre 100 miliardi di dollari voluta Trump ha dovuto superare la contrarietà del Congresso USA; la vendita di armi (20mila bombe) decisa da Renzi è stata recentemente bloccata dal Parlamento italiano e revocata dal governo Conte.

Trump si è vantato di aver salvato il principe saudita dalle conseguenze per l'efferato omicidio di Jamal Khashoggi.

 
Il giornalista arabo scriveva per il Washington Post. Lo stesso giornale che ospita ancora le inchieste di Bob Woodward, quelle che Trump definisce "fake-news".  Oltre ad essere il probabile mandante dell'omicidio, il principe arabo sembra essere anche il mittente di un messaggio che avrebbe infettato lo smartphone di Jeff Bezos. Le notizie personali e riservate del sig. Amazon sono state diffuse e hanno poi portato ad un costoso divorzio. Jeff Bezos, l'uomo più ricco del mondo, non è solo il signor Amazon, è anche il proprietario del Washington Post.  Quindi un comune nemico.

La diretta responsabilità del principe arabo nell'omicidio Khashoggi è confermata dall'esito del processo celebrato in Arabia Saudita. I cinque funzionari condannati a morte hanno visto la loro condanna convertita in 20 anni di carcere. Un atto di clemenza che non avrebbe senso nei confronti di persone autonomamente responsabili di un delitto raccapricciante che ha gettato discredito sull'intera monarchia. Un atto dovuto se quelle persone erano semplici esecutori.


E' a questo sovrano senza scrupoli, comunemente ritenuto un istigatore e finanziatore del terrorismo islamico, che Renzi va a rendere omaggio, elogiandolo come l'artefice di un nuovo rinascimento e dicendosi anche invidioso del basso costo del lavoro a Riad. Sono posizioni politiche in cui Renzi si trova in perfetta sintonia con Trump.

Le buone relazioni tra Renzi e la monarchia saudita erano già note da quando, in qualità di Presidente del Consiglio, portò una delegazione in Arabia rimediandoci la figuraccia dei Rolex spariti.

Lo schema destra-sinistra non consente di vedere le vere convergenze e divergenze di interessi. La pista dei soldi e di come sia giusto guadagnarli aiuta a fare un po' di luce.




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