23 gennaio 2021

La sciamano italovivo

Scrivendo il post sull'assalto al Parlamento di Washington l'avevo associato alla sortita politica di Matteo Renzi. Un'associazione di idee di cui non avevo dato alcuna spiegazione, ma poi nell'immagine che ho trovato su Dagospia ho visto l'illustrazione perfetta del mio pensiero. 

Può sembrare sbagliato. In Italia Renzi è normalmente collocato sul fronte opposto rispetto a quello dei trumpiani. Lui è conosciuto per essere un sostenitore di Obama, non perde occasione per contrastare i populisti, anche nel suo attacco personale a Conte gli ha rimproverato una certa timidezza nel condannare l'assalto a Capitol Hill. 

Renzi, a parole, è un perfetto democratico. Un anti-Trump. Ha cercato di giustificare lo sgambetto politico al governo invocando le forme e le liturgie della democrazia. "La democrazia non può essere un reality show", ha detto. Proprio lui che da Presidente del Consiglio faceva le dirette facebook. 

Ma Renzie, il "bullo di Rignano", è noto per dire sempre il contrario di quello che pensa e di quello che fa.  Diceva di essere il "rottamatore", il giovane che avrebbe rinnovato la politica, senza giochi di palazzo e senza accettare ricatti dai partitini. Poi ha fatto solo giochi di palazzo per scalzare prima Bersani dal partito e poi Letta dal governo. Ora è tutto impegnato nei ricatti, col suo partitino, per poter tornare a bordo dell'Air Force Renzi. Ma non è solo, non è mai stato solo: a spingerlo ci sono lobbies di imprenditori, che non sono quelli che producevano in Italia i primi computer, i transatlantici, gli abiti firmati, i migliori elettrodomestici, le più belle automobili o quelli che ancora riescono ad esportare nel mondo una delizia di cibi e di vini; no, quelli aspettano solo che si faccia tutto il possibile, come sta facendo Conte, per sconfiggere la pandemia e riaprire le attività economiche. Gli istigatori di Renzi sono imprenditori parassiti interessati a succhiare denaro pubblico: il denaro destinato ai trasporti, alla sanità, alla scuola; sono i manager di Autostrade e Alitalia, gli appaltatori delle Grandi Opere inutili, i progettisti di ponti costosissimi e impossibili. Ora vogliono mettere le mani sui soldi del Recovery Fund e del MES. Li vogliono tutti, non si può rinunciare al MES. Tanto non saranno mai loro a dover restituire e pagare gli interessi. L'orizzonte economico di Renzi è visibile solo dissipando la nebbia demagogica dei suoi discorsi. Dietro la nebbia c'è una rete di clientele che lui saprebbe ampliare e rinforzare imitando (e cercando di superare) il suo maestro di Arcore. 

E chi non riesce ad entrare nella rete degli affaristi? Se ne faccia una ragione! 

Ancora più bella - trovata su Contropiano

Anche per i fatti d'America c'è una nebbia da dissipare, una nebbia diversa, densa di rancore e di teorie deliranti. C'è il dilagare di Qanon, le prepotenze dei suprematisti bianchi, i Proud Boys armati fino ai denti, i finti sciamani razzisti che somigliano vagamente ai finti Unni padani. Approfittando abilmente dello strano miscuglio fascistoide a stelle e strisce, Trump è riuscito a presentarsi come l'eroe che sfida i "poteri forti", il condottiero che non si fa condizionare da BigData e BigPharma, da superbanchieri e da logge massoniche. Lui è un puro, un istintivo. Parla da perfetto ignorante, quindi appare credibile. Basta guardarlo per capire che in banca non potrebbe fare neanche l'impiegato, troppo inaffidabile per essere iniziato a una loggia massonica, non associabile agli interessi delle industrie farmaceutiche e neanche ai giganti del web. Forse lui non aveva neanche capito che senza i servizi tecnologici di Cambridge Analytica e il massiccio sostegno delle reti televisive di Murdoch non sarebbe mai arrivato alla casa Bianca. Per arrivarci nel 2016, con 2 milioni di voti in meno rispetto alla poco simpatica Hillary, ha avuto bisogno anche delle tecniche burocratiche che tengono lontano dal voto le fasce basse della popolazione, ma attenzione: non chiamateli brogli!

Dietro il fumo delle teorie non c'è un Robin Hood dai capelli arancioni, non c'è un messia trash, c'è solo l'avido palazzinaro, un milionario che nasconde i suoi debiti, un affarista senza scrupoli simile al nostro Berlusconi, con qualche dose di ferocia in più, un impresario di casinò, un evasore fiscale, uno strapazzatore televisivo di apprendisti che potrebbe essere il gemello di Briatore, un faccendiere che potrebbe andare a braccetto con Denis Verdini.

Trump è un aspirante dittatore, amico di tutti i dittatori. Ma i giganti del web non hanno nulla da temere dalla sua politica tutta orientata a favore dei ricchi. Il monopolio mondiale dei BigTech è il solo che potrebbe garantirgli l'obiettivo del Make American Great Again; i brevetti di BigPharma sono rimasti al sicuro nonostante la pandemia che consiglierebbe almeno di sospendere quelli sui nuovi vaccini anti-covid; nessun rischio che Trump realizzi un sistema sanitario pubblico che intaccherebbe gli affari delle compagnie assicurative; nessun rischio per la lobby dei fabbricanti di armi; nessun rischio di una tassazione redistributiva delle ricchezze. Per non parlare della lobby dei petrolieri: dove lo ritroveranno mai un presidente capace di negare i disastri ambientali? Contro Trump nelle alte sfere c'è solo il mondo della cultura che non sopporta l'ostentazione di inciviltà. L'orizzonte economico di Trump non è diverso da quello di Renzi. Diverse sono solo le cortine fumogene.
 

2 commenti:

  1. Dopo aver letto il tuo post non riesco a capire perché le lobby non hanno più voluto Trump al casa bianca, se il Donald faceva il loro gioco.

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  2. Non credo che ci sia un'unica congrega di affaristi, quei fantomatici "poteri forti" che nessuno riesce a descrivere. Non hanno un'unica volontà e non agiscono congiuntamente, se non incidentalmente, per qualche interesse comune.
    I grandi gruppi economici e finanziari investono enormi cifre sui lobbisti. Lo fanno perché sono in concorrenza tra loro e ogni lobby deve tirare l'acqua al proprio mulino.
    A occhio direi che i petrolieri non possono essere felici della sconfitta di Trump. Murdock l'ha sostenuto fino all'estremo. Facebook l'ha mollato solo alla fine, quando s'era reso ancora più impresentabile. BigPharma ormai gli è contraria perché col covid ha fatto troppa confusione sul fronte sanitario. Quattro anni fa invece gli aveva aperto ponti d'oro.
    Per gli armaioli non farà molta differenza. Forse quattro anni fa avrebbero preferito la Clinton. Google e Facebook erano e sono ancora su fronti contrapposti, ma si troveranno sempre compatti a sbarrare la strada al "socialista" Sanders con cui entrambi avrebbero perso la libertà di farsi le leggi da sé.
    Il mondo è complicato e imprevedibile, per tutti. Le grandi banche che molti vedono al vertice di tutti i poteri, negli anni dei sub-prime dimostrarono di essere guidate da conformisti incompetenti la cui unica strategia era quella di non finire in galera. Obama li ha salvati e perciò ora si sentono più vicini ai democratici. Quanto durerà? vai a saperlo...

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