Uccidere è il peggiore dei mali, perché la vita è il sommo e unico bene. Uccidere è immorale, uccidere è peccato, uccidere è reato. La guerra si fa per uccidere, non uno, ma tanti uomini, quindi la guerra è un grandissimo male.
Pietro Pinna, che è stato il primo degli obiettori di coscienza in Italia (qui potete ascoltarlo in una intervista) dice che rifiutarsi di contribuire al male è più importante di compiere il bene.
Nella Costituzione della Repubblica Italiana è stabilito che l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art.11 Cost). E' un principio fondamentale da rispettare col massimo rigore.
L'art. 11 non esclude il diritto di difesa, non si ispira al pacifismo estremo di Gesù di Nazaret (a chi ti dà uno schiaffo porgi anche l'altra guancia), perciò ammette la guerra difensiva e ammette anche la partecipazione alle organizzazioni internazionali volte ad assicurare pace e giustizia tra le nazioni. L'Italia, come membro dell'ONU e della NATO prende parte ad operazioni militari che tuttavia non dovrebbero mai avere una finalità di aggressione o di risoluzione violenta di controversie internazionali. Talvolta le chiamano "misisoni di pace", ma non è facile capire quanto siano necessarie e pacifiche. Perciò credo che anche l'Italia come nazione dovrebbe esercitare in seno a quelle organizzazioni che deliberano gli interventi una propria obiezione di coscienza (una sorta di coscienza costituzionale) quando la decisione travalica i limiti stabiliti dall'art.11.
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