I politici guadagnano troppo. E' l'eterno ritornello di tutti i qualunquismi.
Il governo della Meloni voleva aumentare lo stipendio dei Ministri, ma alla fine non se n'è fatto nulla, per la destra i voti dei qualunquisti son preziosi. Qualcuno c'è rimasto male, giustamente, perché i Ministri che non hanno anche un seggio in Parlamento (i c.d. tecnici) percepiscono una paga quasi modesta (4500 netti al mese) che non possono sommare alla più consistente indennità parlamentare come fanno i loro colleghi parlamentari. E spesso i c.d. tecnici sono anche quelli più competenti e che lavorano di più. (1)
Al bar tutti sanno che i politici guadagnano troppo, oltre ad avere troppi privilegi, però al bar nessuno sa che c'è una differenza tra Ministro e Parlamentare. Non sanno neanche che molti privilegi di cui si favoleggia da decenni potrebbero essere solo leggende, come l'auto blu con autista e l'immunità per ogni sorta di reato.
A Giannantonio Stella, giornalista del Corriere e autore fortunato del libro "La Casta" in cui denunciava i favolosi compensi dei politici, qualcuno durante un talk-show domandò quale fosse il suo stipendio da giornalista. Non voleva dirlo, ma alla fine confessò: ben oltre 300mila euro, cioè il doppio di un Parlamentare, il quadruplo di un Ministro. E non era neanche direttore di un giornale. Nonostante l'ammissione la maggioranza degli italiani continuò a credere che a guadagnare troppo siano i politici, non i giornalisti, non gli attori, non i calciatori...
Se il Ministro degli Interni percepisce circa 100mila euro lordi l'anno (4500 netti al mese) e il capo della polizia, che si può considerare un suo sottoposto, può arrivare anche a superare i 600mila, sei volte di più (per la precisione 621.253,75 era la cifra dichiarata da Antonio Manganelli nel 2012), chi è che guadagna troppo? La risposta dovrebbe essere facile, ma ovviamente siamo tutti indignati per la paga esagerata del Ministro. Così vuole l'autore de "La Casta" profumatamente pagato dei signori padroni. L'altro, capo della polizia o di un ente previdenziale o di un'azienda privata, tutto sommato guadagna solo la metà di un calciatore di serie A e sappiamo che nessuno s'indigna per le paghe dei calciatori. Svolgono un ruolo troppo importante.
Al bar dicono che quelli son soldi privati generosamente regalati dagli sponsor. E con gli sponsor non puoi farci niente, bellezza!
Nessuno mai che si chieda se davvero gli imprenditori, sempre avarissimi coi loro dipendenti, diventano poi generosissimi quando indossano il distintivo da sponsor. Più generosi di Babbo Natale! Vabbé, son cose a cui è bello credere. Il rientro pubblicitario, dicono i più ingenui del reame. Poco importa che poi sia sempre lo Stato a sobbarcarsi le spese per costruire gli stadi, per attrezzarli, per garantire la sicurezza e per rimettere in sesto le società sportive che periodicamente falliscono. Tutti soldi pubblici, ovviamente, ma facciamo finta di credere alla bella favola degli sponsor come i bambini credono a Babbo Natale.
Oggi nella cronaca politica leggo quello che potrebbe essere un semplice pettegolezzo: nomi di giornalisti (si fa per dire) che potrebbero aspirare a buone collocazioni politiche. L'ha già fatto Gennaro Sangiuliano passando dalla direzione del TG2 alla poltrona di Ministro, quella che ora è occupata dal suo collega Alessandro Giuli. Per governare le Regioni qualcuno sta pensando ad Alessandro Sallusti e Nicola Porro, ma l'ipotesi suscita l'ilarità di un altro giornalista che il salto in politica l'ha già fatto ed è diventato vicepresidente della Camera dei Deputati oltre che Sottosegretario allla Difesa: “Sallusti sindaco di Milano e Porro in Puglia... poi mettiamo anche Paolo Del Debbio alla presidenza della Repubblica e Mario Giordano al ministero dell’Interno”, scherza. E poi facendosi serio spiega che il passaggio non conviene, Porro è un giornalista che in TV guadagna molto, con una paga da politico ci perderebbe troppo. Qualunque manager o affermato professionista ci perderebbe. Paola Severino aveva un reddito professionale di oltre sette milioni l'anno quando ci rinunciò per fare la Ministra per soli 100mila euro lordi. Ricordo anche il caso di un notaio eletto senatore nelle liste di Forza Italia che chiese a Silvio Berlusconi di essere indennizzato per la perdita economica.
Non è dato sapere quanto percepisce Nicola Porro per intrattenere gli ospiti nel salotto di Mediaset, lui dice meno dei 2,4 milioni di Fazio e gli crediamo, però la cifra non ce la svela. Il suo ex collega Giorgio Mulè lo avvisa: per fare il Sindaco di una grande città o il Ministro "non ci si improvvisa, bisogna realizzare un programma realistico. È un incarico a cui bisogna dedicare tutto e che ti fa portare a casa poco…". E aggiungiamoci pure il rischio di dover scappare con la coda tra le gambe come il povero Sangiuliano. No, non conviene.
Ma al bar continueranno a parlare dei lussi e dei privilegi della "casta".
Nota (1) io credo che la paga dei Ministri sia più che adeguata. 4500 euro netti al mese non sono molti, ma sono sufficienti perché i ministri e gli altri componenti del Governo hanno a disposizione tutto ciò che occorre per svolgere i loro compiti, dall'alloggio ai mezzi di trasposto e di comunicazione, inoltre, a differenza dei parlamentari, non dovrebbero avere oneri di carattere partitico e di propaganda politica. Perciò credo che l'aumento non a scopo di perificazione non era una buona idea, benché ora Valditara e Piantedosi continueranno ad avere un compensomolto inferiore a quello di colleghi parlamentari come Salvini e Santanché.
La disparità va sanata in altro modo: separare i poteri, come diceva qualche secolo fa il barone di Montesquieu con quella saggia regola che ancora si insegna nelle scuole. Chi è stato eletto in Parlamento (potere legislativo) non dovrebbe avere anche un posto al Governo (potere esecutivo), le due posizioni dovrebbero essere inconciliabili. L'aveva sostenuto a suo tempo Giuliano Amato, ma senza successo. E chissà se non è quello il motivo per cui Amato viene ancora molto preso di mira dalle chiacchiere indignate dei qualunquisti.
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