Poliziotti che spacciano, stuprano e uccidono? Sì, ma le forze dell'ordine devono mantenere il loro prestigio immacolato. Quelli che delinquono sono solo mele marce.
Discutibile teoria questa delle "mele marce" finite chissà come nel cesto di ottima frutta. Poi, chissà perché, nessuno le butta via quelle mele marce, restano in servizio anche dopo l'orrore e lo scandalo mondiale della "macelleria messicana" di Genova 2001, anche dopo la condanna per l'omicidio di Federico Aldrovandi, anche quando il processo per la morte di Stefano Cucchi ci mostra una serie interminabile di coperture e di falsità.
La teoria delle mele marce viene usata anche per i personaggi politici. Se un esponente politico viene inquisito, arrestato o condannato, il partito deve restare immacolato. "Si tratta solo di una mela marcia!" Qualcuno si ricorda di Mario Tanassi o di Alberto Teardo? Il partito li scaricava subito.
Anche con Mario Chiesa ci provarono, ma il trucco durò poco. A Milano nel 1992 i magistrati continuarono ad indagare, seguivano la pista dei soldi e una dopo l'altra le mele marce diventarono un po' troppe. E fu così che il processo di Tangentopoli spazzò via molti partiti. In quel processo fu condannato anche Umberto Bossi, ma il partito di Bossi non lo scaricò come una mela marcia, e il finto medico diventato senatur restò alla guida del suo partito che esiste ancora, dopo aver attraversato molti altri scandali.
Oggi leggo sul Fatto Quotidiano che, nonostante gli isolamenti imposti dall'emergenza sanitaria, Denis Verdini ha ricevuto molte visite. Pare che molti siano andati a visitarlo nel carcere di Rebibbia dove sconta la condanna: Matteo Renzi, Matteo Salvini, Luca Lotti, Ignazio Larussa, Daniela Santanché, Maurizio Lupi, Renata Polverini...
Denis Verdini è stato un politico di primo piano. Ha tanti amici, non solo in Forza Italia, il partito di cui è stato Coordinatore Nazionale. Verdini è presente in Parlamento dal 2001, eletto nel listino bloccato e poi rieletto, sempre nel listino bloccato (senza preferenze) nel 2006. Dal 2008 è nominato Coordinatore Nazionale e ha gestito la fusione di Forza Italia con Alleanza
Nazionale. Poi, nel 2014, dopo lo scandalo della vicenda P3, Forza Italia perse la maggioranza e Verdini diventò il fautore del "Patto del Nazareno" tra Berlusconi e il segretario
del PD Matteo Renzi. Dopo il referendum del 2016, quando le stella di Renzi cominciava a tramontare, Verdini si spostò accanto a Salvini nella veste di futuro suocero. Non sarà facile trattarlo da mela marcia ora che deve scontare la condanna a 6 anni e mezzo per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino.
Era forse una mela marcia Cesare Previti? L'avvocato di Berlusconi aveva rivestito perfino il ruolo di Ministro della Difesa, ma poi arrivarono le condanne (Processo SME - condannato a 5 anni di reclusione in 1° e 2° grado poi prescritto; Processo IMI-SIR - condannato in via definitiva a 6 anni con interdizione perpetua dai pubblici uffici; Processo Lodo Mondadori - 1 anno e 6mesi). Molti lo ricordaranno soprattutto come regista della vendita a Silvio Berlusconi della favolosa Villa San Martino che apparteneva alla figlia minorenne del marchese Casati Stampa. Altri ricordano di lui le canzoni del ventennio fascista, pare che le intonasse prima delle elezioni. Uno spirito democratico.
Era una mela marcia Marcello Dell'Utri? Stiamo parlando del fondatore di Forza Italia, il principale collaboratore di Silvio Berlusconi. Fu grazie a lui che Vittorio Mangano fu assunto come stalliere nella villa di Arcore. Aveva già subito vari procedimenti giudiziari anche se gli ergastoli per omicidio e scioglimento di cadavere nell'acido arrivarono dopo.
Vittorio Mangano è stato «un eroe, a modo suo» (lo disse Marcello Dell'Utri in un'intervista a Klaus Davi - 2008)Nel 1995 Dell'Utri era stato arrestato a Torino con l'accusa di aver inquinato le prove nell'inchiesta sui fondi neri di Publitalia '80; Nel gennaio 1996 fu rinviato a giudizio per false fatture e frode fiscale e indagato a Palermo per Mafia.
«Io sono politico per legittima difesa. A me della politica non frega niente. Mi difendo con la politica, sono costretto. Mi candidai nel 1996 per proteggermi. Infatti subito dopo mi arrivò il mandato di arresto [...] Mi difendo anche fuori [dal Parlamento], ma non sono mica cretino. Quelli mi arrestano".» (Marcello Dell'Utri in un'intervista a Beatrice Borromeo)
Il fondatore del partito è solo una mela marcia? La condanna a 7 anni di carcere per concorso esterno associazione mafiosa è solo un incidente di percorso? E cosa dire dell'altra condanna a 12 anni che gli è stata inflitta insieme agli ex generali Mario Mori e Antonio Subranni? Ma la lista dei guai giudiziari del fondatore è piuttosto lunga, comprende anche il furto di libri in biblioteca.
Nel corso degli anni non ha mai nascosto le sue simpatie per il regime del ventennio fascista. «Mussolini ha perso la guerra perché era troppo buono.» (intervista a Klaus Davi - 2009)Sarebbe poi davvero paradossale dover annoverare tra mele marce del partito anche Silvio Berlusconi con la sua condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Il capo carismatico di Forza Italia, l'unto del Signore, il sedicente Gesù Cristo della politica italiana. Anche lui ha un elenco di procedimenti giudiziari piuttosto lungo, vi rimando a Wikipedia.
Ora lasciamo perdere Claudio Scajola ed altri personaggi minori, tra cui si potrebbero trovare anche i noti giornalisti e faccendieri che per anni si sono spesi per sostenere la politica forzitaliota (Emilio Fede, Alessandro Sallusti, Renato Farina, Lele Mora) e domandiamoci: togliendo dal cestino di Forza Italia tutte le mele marce, cosa resta?
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