Ma esistono davvero gli anarchici cattivi? Qualcuno li ha mai visti? E' un dubbio che ho sempre avuto perché non ho mai conosciuto qualcuno che dicesse di essere anarco-insurrezionalista. Il dubbio viene anche perché poi sappiamo come vanno certe cose.
La migliore strategia di stabilizzazione del potere è quella di creare finte minacce, inviare provocatori tra i movimenti (anche quelli più pacifici) per spingerli verso l'azione violenta, per renderli inaccettabili. E' avvenuto nella storia del Movimento Studentesco, in quella delle Brigate Rosse, nel caso della misteriosa Falange Armata e sicuramente la stessa strategia è stata usata anche per disintegrare il pacifico movimento che si opponeva, da varie parti del mondo, alla globalizzazione neo-liberista. Ecco i black-bloc a Seattle nel 1999, eccoli di nuovo a Genova nel 2001 e qualcosa di simile è ricomparso sporadicamente nella pacifica resistenza dei valsusini al progetto di traforo della loro montagna.
Il movimento No-Global fu brutalmente stroncato grazie ai Black-bloc che offrirono alla polizia il pretesto per intervenire. Non furono solo cariche e lacrimogeni, a Genova ci fu una vera sospensione dei diritti civili. Fummo costretti ad assistere alla mattanza nelle strade della città, alla "macelleria messicana" nella scuola Diaz, alle torture nella caserma Bolzaneto. Ci fu uno spiegamento di forze e una concomitanza di abusi che non poteva non essere programmata. Nessuno fu realmente punito per quel bagno di sangue, nessuno fu espulso dalle forze dell'ordine per quella violenta ostentazione di fascismo, qualcuno fu anche promosso e ora i falsificatori sono diventati vice-questori. Oggi sappiamo che il questore La Barbera, presente nella feroce azione della scuola Diaz ordita ai danni di ragazzi innocenti che dormivano, era lo stesso personaggio che in Sicilia organizzava i depistaggi per coprire i mandanti degli omicidi di Falcone e Borsellino. Era sempre lui, o gente come lui, che ordinava ai poliziotti di creare false prove e inviava i black-bloc a compiere le devastazioni?
Non è complottismo. La strategia è ben nota e ne abbiamo avuto conferma anche da un presidente della repubblica che quasi se ne faceva vanto:
«In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito (...) Lasciar fare gli universitari. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì»Ora leggo la notizia di una pesante condanna inflitta ad un gruppetto di anarco-insurrezionalisti accusati di aver sparato e messo bombe. Dunque esistono davvero. Uno si chiama Alfredo Cospito (condannato a 20 anni), condannata anche la sua compagna Anna Beniamino (16 anni e sei mesi) e Nicola Gai (9 anni). Altri sono stati assolti. Nella prima fase del processo c'erano state già 18 assoluzioni perché si trattava di persone che si limitavano a scrivere su blog e riviste anarchiche. Quindi l'organizzazione terroristica (Fai-informale) era composta di sole tre persone che gestivano insieme un sito internet. Nessuna strage, nessun morto. Però gli attentati ci sono stati: un manager gambizzato, due bombe vicino a una caserma di Fossano, altre bombe alla Crocetta di Torino. Erano tentativi di uccidere qualcuno a caso?
(intervista a Francesco Cossiga - 2008)
Due bombe a basso potenziale sono esplose questa notte, a breve distanza di tempo l'una dall'altra, davanti all'ingresso della scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo). Non ci sono stati feriti nè danni gravi. (6 giugno 2006)
Alfredo Cospito ha confessato di essere l'autore dell'attentato a Roberto Adinolfi, manager del settore nucleare dell'Ansaldo. Non nega di essere la mente della cellula anarchica denominata Olga-Fai/Fri:
“Voglio essere molto chiaro: il nucleo Olga Fai/Fri siamo solo io e Nicola. Nessun’altro ha partecipato, collaborato, progettato tale azione; nessuno era a conoscenza del nostro progetto”I tre condannati si sarebbero resi colpevoli anche di attacchi alle sedi di Equitalia e un articolo della Stampa di Torino ci svela che nelle perquisizioni effettuate dalla polizia sono stati "recuperati frammenti di una rivista clandestina Kno3". Dopo fitte indagini, con cui venivano recuperati anche i foglietti gettati nei cassonetti dell'immondizia, si era scoperto che Alfredo Cospito stava chiedendo alla sua compagna di raccogliere soldi necessari per lasciare l'Italia. Sono dettagli sconcertanti che fanno pensare alle accuse mosse cinquant'anni fa a Pietro Valpreda, "il mostro di Piazza Fontana" e alle prova "schiaccianti" (cioè inesistenti) contro Giuseppe Pinelli.
Risulta difficile capire se ora stiamo parlando di terroristi pericolosi, ma molto maldestri, o se i tre anarchici si limitavano a confezionare ordigni a basso potenziale al solo scopo di spaventare. I loro attentati venivano rivendicati con nomi di fantasia: Comitato Pirotecnico, Rivolta anonima e tremenda, Cooperativa artigiana fuoco e altre denominazioni che non sembrano richiamare l'anarchia. Sarei curioso di capire cosa passava per la loro testa, come pensavano di fare la guerra armata contro lo Stato e se davvero avessero accettato il rischio di provocare morti e feriti, che per fortuna non ci furono. I dubbi sul loro tipo di anarchia restano, ma ora abbiamo visto per la prima volta, in qulache scatto furtivo, le facce di tre veri anarco-insurrezionalisti e ho anche scoperto che il principale protagonista della vicenda, Alfredo Cospito, è abruzzese di Pescara. Non ho mai conosciuto un anarchico insurrezionalista, ma curiosamente il più pericoloso di tutti ce l'ho avuto vicino.
Trovo qualche sua dichiarazione su un articolo de Il Fatto Quotidiano:
“Con tutte le mie forze disprezzo i potenti della terra, siano essi politici, scienziati, tecnocrati, capipopolo, leader di ogni risma, burocrati, capi militari e religiosi”.Ci spiega anche le ragioni che lo hanno determinato a sparare, con una vecchia pistola russa comprata al mercato nero, alle gambe del manager della Ansaldo:
“Decisi di passare all’azione dopo il disastro nucleare di Fukushima. Davanti a fatti così grossi troppo spesso ci si sente inadeguati. (...) l’Ansaldo Nucleare e Finmeccanica hanno enormi responsabilità. I loro progetti continuano a seminare morte dappertutto, ultimamente si parla di possibili investimenti nel raddoppio della centrale di Kryko in Slovenia a due passi dall’Italia, zona a grande rischio sismico”.Sembra la confessione di un fanatico dell'ecologia deciso a farsi giustizia da sé. E' ridotto a questo ora il pensiero anarchico? Oppure è solo un modo per dare una giustificazione politica a una psicopatologia anti-sociale?
“Sono antisociale perché convinto che la società esiste solo sotto il segno della divisione tra dominanti e dominati. Vivo la mia anarchia con naturalezza, gioia, piacere, senza alcuno spirito di martirio, opponendo tutto me stesso a questo esistente civilizzato che mi è insopportabile. Morte alla civilizzazione. Morte alla società tecnologica. Lunga vita alla FAI/FRI. Viva l’internazionale nera! Viva l’anarchia!!”
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L'anarchia dovrebbe essere la più libertaria delle ideologie politiche, una bella utopia di tanti pacifici sognatori perciò è difficile coniugare l'utopia con l'internazionale nera a cui si richiama il bombarolo della Fai/Fri. Davvero sono state le idee di Bakunin e di Emma Goldman, le parole di Enrico Malatesta e di Andrea Costa ad armare le mani di Giovanni Passannante, Luigi Lucheni, Sante Caserio, Auguste Vaillant, Gaetano Bresci, Michele Angiolillo Lombardi, Sofja Perovskaja fino ai crimini di Ravachol? Oppure questa schiera di assassini agiva in preda ad un delirio antisociale simile a quello di Cospito?
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