Il referendum popolare ha confermato la riduzione dei Parlamentari.
Avremo un Parlamento più piccolo. Più piccolo non significa "smart", non significa che sarà più rapido e più efficiente. Significa solo più piccolo. Il problema della qualità resta. Per questa ragione alcuni costituzionalisti hanno proposto un appello per restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento:
"...riteniamo che debba essere comune il nostro impegno per sollecitare una legge che favorisca la rappresentanza e il pluralismo politico e territoriale, da anni sacrificati. Essenziale è un sistema elettorale che consenta alle persone di individuare e scegliere chi mandare in Parlamento, instaurandovi un effettivo rapporto rappresentativo e potendo far valere la loro responsabilità politica. In questo modo si potrà dare una migliore qualità alla rappresentanza e favorire anche una maggiore efficienza delle Camere"
Giustamente l'appello contiene anche un richiamo alle sentenze della Corte Costituzionale (sentenze n.1 del 2014 e n.35 del 2017) in cui si deplorava la presenza di liste bloccate.
L'appello è firmato da Lorenza Carlassare, Enzo Cheli, Ugo De Siervo, Roberto Zaccaria, Paolo Caretti, Roberto Romboli, Stefano Merlini, Emanuele Rossi, Giovanni Tarli, Andrea Pertic
A me sembra che la Costituzione volesse
escludere la possibilità di liste bloccate nell'affermare per Camera
(art. 56) e Senato (art. 58) che l'elezione di svolge a suffragio universale e diretto.
Che significato si può attribuire al termine "diretto" se non quello
di un voto in cui l'elettore possa indicare direttamente il nome del
candidato, creando così un rapporto diretto, non mediato da scelte di
partito, tra elettori ed eletti.
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