La stampa, il quarto potere. Non c'è democrazia senza una stampa coraggiosa e indipendente che sia capace di indagare e denunciare.
In Italia purtroppo non ci sono editori indipendenti, sono tutti collegati a qualche forza politica oppure sono molto dipendenti da chi può orientare i flussi pubblicitari. Per questo l'Italia è una democrazia zoppa. Il popolo composto da cittadini informati poco o male non è un popolo sovrano.
Senza editori indipendenti l'unica garanzia di buona informazione ce la possono dare solo i singoli giornalisti. Perciò è importante dare al giornalista un ruolo professionale che lo tuteli dalle interferenze dell'editore: la garanzia del posto fisso. Se oggi il posto fisso è considerato un vecchio privilegio da abbattere è anche per questa ragione, perché i padroni vogliono riprendersi la libertà di spadroneggiare come ai tempi di don Rodrigo, vogliono giornalisti che non scrivano cose scomode, vogliono giudici obbedienti, vogliono avvocati addomesticabili, vogliono insegnanti controllabili, quindi nessuno deve avere il posto fisso.
Invece la difesa della democrazia si fa difendendo il posto fisso, soprattutto per le categorie di professionisti che sono chiamati a fronteggiare i poteri politici ed economici. Oggi il ritorno di Barbara Orsini al suo posto di lavoro nei servizi di informazione di Rete8 non è solo la soluzione di una controversia individuale. La giornalista era stata discriminata e poi licenziata a causa di una sua reazione verbale. Dopo 18mesi il Giudice del Lavoro di Chieti ha annullato il licenziamento a l'ha reintegrata. Non conosco la giornalista e non so quale sia il suo stile o il suo valore professionale, ma credo che questa sentenza sia una vittoria per la libertà di stampa e per la nostra democrazia perché è il ruolo di indipendenza del giornalista che va tutelato, a prescindere dalle opinioni.
Purtroppo accanto alla buona notizia ce n'è anche una cattiva: nei diciotto mesi trascorsi dal suo illegittimo licenziamento c'è stata poca solidarietà da parte dei colleghi. Il suo caso è rimasto nell'ombra e ora sono gli stessi rappresentanti del Sindacato Giornalisti Abruzzesi, Marco Patricelli e Adam Hanzelewicz, a denunciare il "silenzio assordante" della stampa su una grave questione che lede direttamente la stampa.
Nessun commento:
Posta un commento