Una veterinaria che era stata licenziata dalla ASL di Teramo è tornata al lavoro dopo la decisione del giudice. Il licenziamento era motivato da una falsa attestazione di presenza, siamo cioè in un caso che consente il licenziamento immediato.
Li chiamano furbetti del cartellino, ma spesso sono soltanto vittime di una nuova caccia alle streghe basata sul pregiudizio nei confronti dei dipendenti pubblici.
Il pregiudizio è stato alimentato dall'ideologia neoliberista che tende a distruggere tutti gli apparati pubblici. La retorica degli statali fannulloni si appoggia all'idea piuttosto ingenua che il servizio pubblico si riduce a una questione di orario.
La veterinaria di Giulianova è stata fortunata, ha potuto dimostrare che le due timbrature in due sedi diverse della medesima ASL non avevano la finalità di frodare, ma solo quella di segnalare il suo spostamento di sede reso necessario per la sostituzione di un collega.
La dottoressa è stata doppiamente fortunata perché nel suo caso il giudice ha potuto applicare il reintegro nel posto di lavoro, quello previsto dall'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, norma ormai resa inapplicabile in molti tipi di rapporto lavorativo.
Il licenziamento facile non è un buon metodo per rendere efficiente la pubblica amministrazione, è solo un ennesimo segno di inciviltà.
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