30 dicembre 2017

Ricchi sempre più ricchi, grazie alla crisi che non c'è

La nuova graduatoria dei più ricchi del mondo vede al primo posto Jeff Bezos, fondatore di Amazon che domina il commercio on-line, il suo patrimonio è stimato circa 100 miliardi di dollari, lo segue Bill Gates, il Signore delle Finestre fondatore della Microsoft che si attesta a 91,6 miliardi e il genio dei maneggi finanziari Warren Buffet sta al terzo posto coi suoi 85 miliardi.




Le 500 persone più facoltose del pianeta hanno visto aumentare del 23% la loro fortuna in un solo anno, questo significa che c'è crescita. Non che la crescita del pianeta si possa misurare ad un quarto ogni anno perché sappiamo che ci sono anche patrimoni che non crescono e ci sono i poveri che impoveriscono, ma sembra chiaro che una crisi globale non c'è, c'è solo un sistema che toglie ai poveri per dare ai ricchi. E' così da molti anni, da quando è caduto l'impero sovietico e tutto il mondo è diventato un unico grande mercato.

Nel mercato globale agisce la "mano invisibile", ma non è quella descritta da Adam Smith che avrebbe dovuto trasformare gli egoismi privati in benessere sociale, la mano invisibile è quella che ha raddoppiato in dieci anni tutte le grandi ricchezze a discapito degli altri. Pochi ricchi che diventano sempre più ricchi, mentre la miseria si abbatte su intere nazioni e spinge milioni di persone a migrare affrontando pericoli mortali e reazioni violente.

Ci dicono che Bill Gates dal 2013 ad oggi ha donato 35 miliardi del suo patrimonio attraverso la sua fondazione di beneficienza. Se non l'avesse fatto oggi avrebbe 25 miliardi in più rispetto al più ricco del mondo. Non so che tipo di beneficienza abbia fatto, ma non sempre la beneficienza porta i soldi a chi ne ha davvero bisogno. La benificenza ristora la coscienza dei ricchi, oltre che padroni di tutto li rende anche degni di riconoscenza e ammirazione, ma non risolve i problemi e, anche quando li risolve, lascia gli altri in una condizione di sudditanza: "Grazie, padrone".

Nelle notizie di ieri abbiamo letto che Silvio Berlusconi ha dichiarato di voler introdurre un reddito minimo per i poveri, lo vuol chiamare reddito di dignità per non confonderlo col reddito di cittadinanza già proposto dal Movimento-5-Stelle. Il milardario italiano dice di essersi ispirato alle teorie economiche di Milton Friedman che immaginava di introdurre un'imposta negativa sul reddito. Notizie assurde si potrebbe dire, perché al M5S finora tutti hanno detto che non ci sono risorse statali che possano coprire la spesa. Gli italiani in condizione di povertà assoluta sono milioni e la crisi sta riducendo progressivamente il numero dei contribuenti.

Dove prenderebbe i soldi il più miliardario degli italiani? Non certo dalle sue tasche, lui è stato condannato perché aveva il vizio di aumentarsi i profitti eludendo il fisco, cioè togliendo risorse allo Stato e per questo è stato inderdetto dai pubblici uffici, non è candidabile e non può neanche esercitare il diritto di voto, ciò basterebbe a screditarlo totalmente, invece siamo in Italia, dove lui ha quasi monopolizzato l'informazione ed è lui che oggi domina la scena politica dopo la caduta del suo pupillo piazzato alla guida del PD.

Ecco, la ricetta di Berlusconi si basa su una politica di sgravi fiscali, cioè farebbe pagare meno tasse. Se gli italiani potessero pagare meno tasse lo Stato incasserebbe più soldi dalle tasse e potrebbe versare un sussidio a tutte le famiglie povere. Sembra assurdo ma la ricetta è proprio questa! Dovrebbe basarsi su un effetto psicologico: se una persona è obbligata a pagare le tasse, se ha il funzionario di Equitalia dietro l'uscio, si indispettisce e non le paga, se invece viene sgravata, allora le paga, anzi ne pagherà molte di più e sarà contenta di pagarne di più. Anche un bambino capirebbe che una ricetta così non può funzionare, è soltanto uno scherzo, un brutto scherzo (o come dice Nancy Pelosi rispetto alla riforma varata recentemente dal miliardario Trump, “è semplicemente un furto, un gigantesco e sfacciato furto contro la classe media) ma loro, i Gran Signori delle finestre, dei palazzi e delle televisioni, queste riforme non le annunciano per scherzo, le fanno davvero perché è così che si sono garantiti i giganteschi profitti che li hanno arricchiti a dismisura.

Finora l'idea di concedere sgravi ed incentivi ai ricchi ha prodotto solo enormi bolle speculative. Il miraggio reaganiano delle imprese che elargiscono ricchezza per tutti (la ricchezza sgocciola, diceva il presidente Reagan negli anni ottanta) non s'è visto da nessuna parte. Le imprese private avrebbero dovuto fare investimenti producendo sviluppo economico e regalando posti di lavoro. Non è accaduto niente di tutto questo, dai tempi di Reagan abbiamo solo visto crescere le immense rendite finanziarie che deprimono l'economia reale delle industrie e dei servizi.

L'economia reale ha bisogno di una condizione di benessere diffuso e di una propensione positiva che può venire solo dalle sicurezze socialmente garantite. La soluzione al malessere che affligge le nostre economie sta probabilmente nel fare il contrario di quello che piace a Trump e a Berlusconi, ma ne parleremo in un altro post.

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