Questo blog nasce nelle macerie della politica italiana e nel vuoto che sta generando sfiducia e disgusto collettivo. L'economia è schiacciata da una crisi finanziaria e strutturale che ha impoverito molte famiglie, ha sottratto speranze ai giovani, ha creato conflitti tra i diversi settori della società civile che rischia così di diventare incivile.
Tra le macerie della politica e dell'economia si aggirano gli sciacalli. Alla vasta disoccupazione si aggiunge un crollo di valori morali, di ideali e di senso civico. L'indignazione per le ingiustie (vere o presunte) si mescola con l'ignoranza e con l'egoismo.
In questo blog vorrei proporre casi e riflessioni su questioni di confine tra diritto e politica; vorrei parlare di istituzioni e di aspirazioni. E' su questo confine che occorre "ricucire".
Con ogni articolo (post) del blog vorrei mettere "un punto" utile a ricucire qualche strappo del tessuto giuridico, economico o sociale. Ricucire è il termine usato dall'associazione Libertà e Giustizia presieduta dal prof. Gustavo Zagrebelsky. Il filo da usare per il rammendo è la Costituzione della Repubblica Italiana.
La Repubblica, sorta sulle macerie della dittatura e della guerra mondiale, riuscì a generare uno sviluppo economico che si coniugava con la bellezza, l'intelligenza e il gusto: fece sbocciare grandi talenti del cinema, fece nascere nuove industrie, fece affermare il gusto italiano nell'arte e nella cucina. La rapidità del progresso culturale e dello sviluppo economico e sociale ha lasciato le porte aperte alla faciloneria e da questa siamo caduti nell'ignoranza e nella regressione. Qualcosa s'è spezzato. Forse è stato spezzato. La storia degli anni di piombo è piena di ombre, di trame oscure, tentativi di restaurare un regime autoritario e tentativi di inquinare i gruppi libertari nati negli anni 60.
Gli artefici di quello che poteva diventare un nuovo rinascimento italiano sono stati abbattuti: Enrico Mattei e Aldo Moro. Qualcuno è caduto troppo presto, come don Lorenzo Milani, Franco Basaglia e Adriano Olivetti. Il poeta e profeta Pier Paolo Pasolini è stato ucciso come una bestia. Altri sono stati isolati e ignorati. Penso ad Alexander Langer, Marco Pannella, Silvano Agosti, Bifo. Negli anni ottanta era già tutto spento.
Oggi, dopo vent'anni di decadenza, tra le macerie, è forse giunto il momento di recuperare i valori, e anche i piaceri, della vita pubblica. Vogliamo ricucire gli strappi, e per farlo occorre dissolvere gli egoismi e i corporativismi; dobbiamo evitare i semplicismi; dobbiamo rifiutare l'arroganza e la cialtroneria.
La guida per ricominciare è scritta nella Costituzione, troppo trascurata e vilipesa in questi anni di antipolitica e di corruzione dilagante.
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