La cabina elettorale nasconde il cittadino nel momento in cui appone il suo voto sulla scheda. Era posta a garantire la segretezza del voto, ma ora nasconde tutti i possibili trucchi per violare la segretezza (sostituzione della scheda con una già votata, fotografia del proprio voto, ecc.) perciò è necessario abolire le cabine elettorali.
In un paese dove tanti erano analfabeti la cabina aveva un senso perché consentiva all'elettore di esaminare i simboli, di usare proprie annotazioni da copiare oppure un normografo per scrivere. La cabina proteggeva queste manovre pienamente lecite. Ora non ci sono più masse di analfabeti che hanno bisogno di tali protezioni. Oggi la cabina non protegge più la segretezza, ma protegge gli imbrogli. Dentro la cabina si può fotografare la scheda per poi rendere conto a chi ci ha minacciato o corrotto; nascosti dalla cabina si può anche fare una sostituzione di scheda per riconsegnare quella non votata a chi gestisce la catena degli scambi. Una cabina di legno potrebbe anche diventare uno strumento di spionaggio perché in essa si possono facilmente occultare microcamere.
Per evitare dubbi e imbrogli è necessario abolire la cabina. Basta un banco appoggiato contro una parete a due o tre di metri di distanza dal tavolo degli scrutatori. L'elettore in tal modo può coprire il voto col proprio corpo. Il voto resta segreto, ma ogni strana manovra diventa visibile. La visibilità è una garanzia di regolarità. L'elettore sarebbe visto da tutti se cominciasse ad armeggiare con cellulari o se volesse estrarre un'altra scheda dalle proprie tasche. L'abolizione della cabina elettorale è operazione semplice e senza costi.
Vorrei uno Stato capace di far svolgere le lezioni con le giuste garanzie di trasparenza e di sicurezza.
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