10 giugno 2025

I furbi dell'astensione al referendum

Durante la campagna referendaria ci siamo scontrati con la mancanza di informazione (quale referendum?), con un diffuso disinteresse, ma anche con persone male informate. 
Qualcuno ci diceva che non è giusto restituire il posto di lavoro a TUTTI quelli che sono stati licenziati, forse c'è chi il licenziamento se l'è meritato; altri sostenevano che non è giusto VIETARE i contratti a termine, che in certi casi servono; e poi non è mica giusto scaricare sul committente TUTTI i costi degli infortuni sul lavoro, basta farsi l'assicurazione.  
La disinformazione ha raggiunto livelli incredibili. Abbiamo sentito anche persone convinte di non poter esprimere un voto nei quesiti sul lavoro perché sarebbe stato un Sì anche per la cittadinanza REGALATA a TUTTI i migranti che arrivano in Italia. 

Ma l'argomento contrario spesso non toccava neanche i quesiti referendari, riguardava piuttosto l'incoerenza e l'ipocrisia di chi aveva proposto i quesiti. 
Sì, perché quelle norme che i referendum avrebbero voluto abrogare le han volute proprio loro (sottinteso: i sinistri) prima le hanno fatte e poi ci chiedono di andare a cancellarle. 

Ma con che faccia!

Eh sì, questo modo di fare, bisogna ammetterlo, non va molto bene. 
Ma davvero quelle norme contro i lavoratori le aveva volute la CGIL? Per farsi questa domanda sarebbe stato necessario sapere che i referendum sul lavoro erano stati promossi dalla CGIL e solo dalla CGIL. Non da generici "sinistri". E il quesito sulla cittadinanza è stato promosso dal partito +Europa che non sembra collocarsi a sinistra.

La responsabilità solidale di appaltatori e committenti prevista da un decreto del 2008 (governo Prodi) non rischiava di essere abrogata dal quarto quesito che ne avrebbe invece ampliato la portata. 
Il Jobs Act fu approvato dal PD di Renzi, che lo impose contro la volontà dei sindacati (e soprattutto della CGIL) e contro il parere dei leader storici come Bindi e Bersani. 
Elly Schlein era talmente contraria che abbandonò il partito per protesta. 

Nessuno è tornato sui suoi passi, nessuno ha rinnegato il passato. Chi era contro, come Sinistra Italiana, Rifondazione, Verdi e M5S, sono rimasti contrari. Anche Schlein, Bersani e Bindi, erano contrari al Jobs Act e si sono coerentemente dichiarati a favore dei referendum. 
Neanche i renziani hanno cambiato opinione. Vollero il Jobs Act, lo ritengono ancora valido e insieme ai riformisti del PD si sono coerentemente opposti ai referendum. 
La stessa linearità va riconosciuta anche alle forze politiche di destra che sono sempre state favorevoli ai licenziamenti facili, all'eliminazione dell'art.18, al lavoro flessibile e alla deresponsabilizzazione. Perciò apprezzarono molto l'opera del governo Renzi. 

Allora il problema dov'è?  

Si riduce ad un'unica questione: nel PD ci sono due correnti, una corrente laburista, erede del vecchio socialismo, e una corrente riformista idealmente vicina alla Confindustria e sempre in piena sintonia con la destra berlusconiana. 

A qualcuno può sembrare strano, ma le correnti all'interno dei partiti non sono un'anomalia. Ci sono sempre state e di solito rappresentano una buona prova di pluralismo e di organizzazione democratica e tollerante. 
Quel che non capisco è il motivo per cui adesso i contrasti all'interno di un partito dovrebbero interessare anche a quelli che non aderiscono a quel partito. 

Ricordate la vecchia DC ?  c'erano lotte fratricide tra dorotei e morotei, tra fanfaniani e andreottiani, in Abruzzo tra gaspariani e nataliani. Ma ve l'immaginate voi nel 1974 qualcuno che avesse rifiutato di votare al referendum sul divorzio con argomenti di questo tipo: 

"Io non ci vado a votare perché il referendum l'hanno proposto quegli ipocriti di democristiani. A noi dicono di votare contro il divorzio, però loro quando vogliono si fanno annullare i matrimoni dalla Sacra Rota. Con che faccia! No no, io non voto!"

"No, neanch'io andrò a votare, il divorzio ce lo vogliono imporre Pertini e Berlinguer, ma loro però la moglie mica l'hanno lasciata, se la tengono, solo a noi ci dicono di ripudiarla. Ipocriti! Farabutti! A me non mi fregate mica!"


Sarebbe stata una barzellettaMa ora siamo ridotti proprio così. 
Ci siamo messi un bavaglio, ci siamo volontariamente tolti il diritto di votare solo per far dispetto a quel partito che s'è diviso in due correnti. Furbi, eh!

Nessun commento:

Posta un commento