3 agosto 2024

La transizione ecologica e digitale

La recente lettera di Beppe Grillo a Giuseppe Conte contiene la proposta di rimettere al centro del programma politico del Movimento 5stelle la transizione ecologica e digitale, ritenute entrambe necessarie per "vivere in un ambiente migliore e con parità di accesso ai dati, oltre a un diverso modo d’intendere la politica, che parta innanzitutto dai cittadini e non dai sepolcri imbiancati che dominano il nostro sistema"

Non è facile capire cosa si sta chiedendo. Grillo lo descrive in poche parole:
- la transizione ecologica si realizza anche attraverso politiche sul consumo, e non solo sulla produzione;
- la transizione digitale si incentra sull’accesso dei cittadini ai propri dati e su una maggiore fruibilità dei loro diritti, con regole che estendano gli spazi di democrazia diretta e favoriscano il ricambio della classe politica;

Sembrano formule magiche, ma lo sono davvero? Beppe Grillo sicuramente sa che le due transizioni sono già in atto, ma non sono apprezzate da tutti. 

La transizione ecologica finora è stata caratterizzata soprattutto dall'intento di ridurre le emissioni di CO2 ritenute responsabili dei cambiamenti climatici. Al riguardo esiste una diffusa narrazione (complottista) che nega l'esistenza di un nesso tra CO2 e cambiamenti climatici, ma il modo con cui si è proceduto finora viene contestato anche per altre ragioni. A molti sembra che tutte le restrizioni sarebbero imposte allo scopo di favorire alcuni settori finanziari e industriali a scapito di altri. Gli ambientalisti ritengono che i trattati internazionali e le compensazioni previste dal sistema Cap e Trade siano assolutamente inadeguati.
La limitazione dei motori a combustione e gli obblighi imposti per l'efficienza energica delle case sono esposti a moltissime critiche.
In che modo Grillo vorrebbe intendere questa transizione? io non l'ho capito. Auspicare politiche incentrate sul consumo, come dice lui, e non solo sulla produzione, mi sembra insistere sullo stesso metodo sbagliato che abbiamo adottato finora.
Nelle scuole si insegna ai bambini l'Agenda ONU 2030, piena di raccomandazioni per i futuri consumatori, ma se le industrie continuano a fare profitti generando falsi bisogni e accelerando l'obsolescenza dei loro prodotti, l'economia continuerà a spingerci verso un consumismo esasperato e sempre meno sostenibile. A Grillo questo piace? vuole fare ancora più pressioni sui consumatori  senza disturbare gli interessi dei produttori?

La transizione digitale auspicata da Grillo si incentra sull’accesso dei cittadini ai propri dati e su una maggiore fruibilità dei loro diritti. Questa formula sembra esprimere una volontà di contrastare l'attuale sviluppo delle rete, che attualmente è sostenuta dalle grandi piattaforme (GAFAM o GAMAM) che lucrano sul commercio dei dati.
Una rivoluzione volta a restituire alla rete la sua originaria funzione di strumento universale di comunicazione (e non di profitto), libero (e non di ossessivo controllo)  richiederebbe una sollevazione mondiale che finora nessuno è riuscito a suscitare, neanche gli appelli dei pionieri della rete (Tim Barners Lee, Richard Stallman, Lanier Jaron, Linux Torvald) o i gruppi delle comunità hacker. La questione ha un'importanza enorme ma pochi ne sono consapevoli. Per la maggioranza degli utilizzatori di smartphone gli strumenti offerti dalla rete sono solo servizi comodi e gratuiti. Non si sentono sfruttati, né troppo infastiditi da una sorveglianza che resta invisibile.

Quale programma potrebbe darsi in questa direzione il M5S?

L'ampliamento di spazi di democrazia diretta, come la possibilità di aderire a iniziative legislative popolari o richieste di referendum usando lo spid è già possibile, in questo senso si potrà fare anche meglio ma non credo che sia sufficiente a generare un ricambio della classe politica.

Grillo sostiene che ci sia troppa vaghezza in un programma politico basato sulla pace e sulla tutela dei deboli. A me sembra che la doppia transizione ecologica e digitale sia altrettanto vaga e anche poco comprensibile, ma soprattuto la vedo irta di insidie.  

Dov'è che si vuole andare? possiamo forse sperare in un paradiso terrestre dove tutto sarà pulito e perfettamente informatizzato? o dobbiamo temere che nella transizione ecologica non ci sia nulla di ecologico, come scrive sul suo blog Miguel Martinez?

Dietro la transizione ecologica e digitale ci sono anche forti interessi di industrie belliche e ci sono tecnologie che mirano ad aumentare la sorveglianza dei cittadini e un controllo sempre più centralizzato anche sui beni comuni. E' una direzione pericolosa che da una parte riduce la nostra indipendenza personale, dall'altra aumenta enormemente il potere dei grandi capitalisti.

Il rischio di strane connessioni l'avevamo già visto nel 2021, quando Beppe Grillo presentò ai suoi seguaci il ministro Roberto Cingolani, come il "supremo" artefice della transizione ecologica, ma Cingolani era al vertice di una grande industria con enormi interessi nel settore bellico. Era solo una strana coincidenza? E da questa esperienza Grillo non ha imparato nulla?

Come dice la Capgemini nel messaggio riportato da Miguel Martinez

“… la nuova generazione di veicoli militari agevolati dalla rete informatica da soli non sono particolarmente letali. Questi veicoli realizzano la loro letalità grazie ai sistemi a cui sono connessi, ne consegue un effetto moltiplicatore di forze, a mano a mano che si aggiungono più veicoli alla rete.”

Ovviamente non dobbiamo connettere tra loro solo carrarmati, aerei da combattimento e starlink. Anche per elettrificare i trasporti civili e connettere auto, case e uffici avremo bisogno della rete potenziata dal 5G, ma anche di accumulatori elettrici e di semiconduttori la cui produzione non sembra affatto sostenibile perché coinvolge la ricerca di terre rare, genera un notevole inquinamento da Pfas, e richiede giganteschi  consumi di acqua potabile.
Allora mi domando se la proposta di Beppe Grillo non sia una formula che evoca tante belle speranze di un futuro tecnologicamente miracoloso, ma in pratica rischia di spingerci con maggior convinzione sullo stesso percorso seguito finora e sul quale si sta avviando anche l'attuale governo Meloni. Dall'articolo di Kelebek scopro che stanno finanziando un modello industriale che andrà a rubare ai siciliani la pochissima acqua rimasta nell'isola dove le piogge sono sempre più rare.

2 commenti:

  1. Grillo (e non solo lui ) credo che abbia valutato e considerato che le aziende GAFAM (Google, Apple, Facebook/Meta, Amazon e Microsoft) e GAMAM (Google, Amazon, Meta, Apple e Microsoft) hanno un impatto significativo sull'economia globale in vari modi:
    1. Dominio del Mercato Azionario
    Le aziende GAFAM sono tra le più preziose al mondo e hanno un'influenza significativa sul mercato azionario. Il loro dominio è attribuito all'innovazione tecnologica, alla capacità di raccogliere e analizzare dati, e all'effetto rete che rende i loro servizi sempre più preziosi con l'aumentare degli utenti.

    2. Innovazione e Tecnologia
    Queste aziende sono leader nell'innovazione tecnologica, sviluppando nuovi prodotti e servizi che trasformano vari settori, dall'e-commerce al cloud computing, dai social media all'intelligenza artificiale.

    3. Impatto Economico
    Le GAFAM hanno dimensioni economiche paragonabili a quelle di alcuni Stati e una capacità di influenza sui cittadini senza precedenti. Hanno creato milioni di posti di lavoro diretti e indiretti e hanno un ruolo cruciale nella crescita economica globale.

    4. Regolamentazione e Concorrenza
    Il loro potere ha sollevato preoccupazioni riguardo alla concorrenza e alla regolamentazione. Le autorità di vari paesi stanno cercando di regolamentare queste aziende per garantire una concorrenza leale e proteggere i consumatori.

    5. Impatto Sociale
    Le piattaforme di social media come Facebook (Meta) hanno cambiato il modo in cui le persone comunicano e condividono informazioni, influenzando la società in modi sia positivi che negativi.

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  2. Precisazioni utili, Lucia, grazie.
    Rispetto ad un impatto economico e sociale così forte sarebbe opportuno ragionare e programmare prima di dire che vogliamo la transizione digitale. Sappiamo tutti che il progresso tecnologico non è sempre rose e fiori, ma pochi vedono che a spingerci verso la transizione ci sono i colossi della rete (GAMAM) e c'è anche l'industria bellica.
    E' questo che vuole Beppe Grillo, sorveglianza e disuguaglianza?
    Se vuole una transizione diversa dovrebbe dirci cosa vuole. Come pensa di evitare che la transizione non vada solo a favore dei grandi gruppi? Ce lo dirà o continuerà solo a elogiare la transizione, magari rimproverando chi antepone ad essa temi come la pace e la tutela dei deboli?

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