16 dicembre 2017

La scuola non e' l'ufficio di collocamento

Un interessante articolo di Francesca Fornario affronta la questione dell'Alternanza Scuola Lavoro, introdotta dalla riforma Renzi per obbligare gli studenti a svolgere tirocini lavorativi. Siamo al terzo anno di applicazione della riforma e ora ai malumori si sono aggiunte le proteste degli studenti, ma il governo insiste sulla propria scelta. I periodi di stage lavorativo sarebbero utili, lo sostiene anche il prof. Ichino sulla base di argomentazioni che sembrano ignorare la vera causa della forte disoccupazione giovanile.


La Fornario richiama anche uno studio del Ministero del Lavoro in cui si dimostra che "il tasso di disoccupazione giovanile al 40 per cento, record in Europa, era imputabile solo in minima parte (appena il 2 per cento) alla mancanza di una formazione scolastica adeguata alle esigenze del mercato e per la gran parte alla crisi della domanda interna".

L'articolo è interessante soprattutto nella parte conclusiva in cui ci porta a riflettere sulla funzione della scuola.

"La funzione della scuola pubblica non è quella di preparare gli studenti al mondo del lavoro. La formazione professionale dei lavoratori è un onere delle imprese e non ha niente a che vedere con il compito della scuola che è quello rimuovere gli ostacoli che impediscono agli individui di essere uguali. Quello di educare alla cittadinanza che si acquisisce attraverso la cultura e la conoscenza, quello di dotare ciascuno degli strumenti che gli consentono di sviluppare lo spirito critico, alimentare la curiosità, godere dell’arte, interpretare il nostro tempo e comprenderne i cambiamenti, instaurare relazioni tra pari, condurre l’esistenza libera e dignitosa che la Costituzione intende assicurare ad ogni cittadino. La scuola è il luogo dove si rende effettivo il pieno sviluppo della persona umana e non un ufficio di collocamento, con buona pace delle imprese che a quel pieno sviluppo, a quella consapevolezza, preferiscono l’ignoranza: prima condizione di ricattabilità dell’individuo e del lavoratore e garanzia di sottomissione e ubbidienza. Non significa che non si possano immaginare percorsi di studio fuori dalle aule scolastiche e nei luoghi di lavoro, a contatto con i lavoratori: «Ho fatto un sondaggio tra i miei studenti in alternanza», raccontava Christian Raimo, insegnante e scrittore, a una presentazione del suo prezioso libro Tutti i banchi sono uguali. «La metà degli studenti pensa che lo sciopero sia illegale». Prima di mandarli a friggere patatine, insegniamo agli studenti quali sono i diritti di chi frigge patatine. Insegniamo loro chi ha conquistato quei diritti, a quale prezzo. Accertiamoci che lo sappiano, una volta che avranno in mano un diploma e andranno a fare un colloquio di lavoro."

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