E' giusto introdurre un limite a due mandati elettorali come propone il Movimento5Stelle per contrastare la partitocrazia? L'iniziativa legislativa popolare che avrebbe potuto trasformare la proposta in legge non è mai stata portata alla discussione del Parlamento con palese violazione dell'art.71 Cost. E' stato un gravissimo abuso commesso della casta degli eletti nei confronti del popolo sovrano. La mancata discussione però non dimostra la bontà della proposta.
Il limite dei due mandati è adottato dal M5S come propria regola interna. Ma credo che sia una regola sbagliata. Non è sbagliato il principio, perché concordo con la necessità di porre un limite all'accumulo e alla concentrazione degli incarichi. Tuttavia la proposta è tecnicamente sbagliata perché impone un limite di durata alla rappresentanza elettorale e non al potere.
Negli Stati Uniti c'è un limite di due mandati per il Presidente che è anche capo dell'esecutivo, ma non c'è alcun limite di mandati per i membri delle assemblee legislative (Ted Kennedy è stato rieletto senatore per quasi tutta la vita). Questa differenza corrisponde ad una corretta logica liberale: le assemblee rappresentative (Camera, Senato, Consigli Regionali, Provinciali e Comunali) sono organi deliberativi nei quali si elaborano proposte, si discute e si esercita un controllo sugli organi di governo (Ministri, Governatori e Assessori). La delibera è sempre un atto della maggioranza, non è espressione di scelte personali.
Il limite va posto sempre e solo per gli incarichi di gestione del potere che corrispondono alle funzioni di governo e di amministrazione (premier, ministro, sottosegretario, governatore regionale, assessore, presidente di provincia, sindaco) perché è in queste cariche che si esercita un potere personale. Non sempre sono cariche elettive (ministri e assessori possono essere chiamati dall'esterno in qualità di tecnici o esperti) perciò non ha senso parlare di limite alla eleggibilità. Occorre un limite all'attribuzione dell'incarico. La storia ci insegna che alcuni dittatori (Stalin, Gheddafi, ecc.) sono riusciti ad esercitare un potere permanente senza occupare cariche elettive.
L'obbligo di ricambio negli incarichi di governo, nazionale o locale, mi sembra giusto e importante. Ma la proposta di Beppe Grillo non prevede alcun ricambio per le funzioni esecutive. Invece un frequente ricambio nelle assemblee rappresentative rischia di indebolirle, genera una inevitabile dispersione di esperienze, produce inutili ricadute su problemi già discussi.
La democrazia liberale deve assicurare al popolo una buona e forte rappresentanza (anche di carattere professionale) capace di esercitare un vero controllo sui governanti. Se limitiamo a due i mandati elettorali avremo assemblee composte prevalentemente da inesperti che potranno essere facilmente manovrati da governanti stabili ed esperti per i quali non si prevedono limiti.
La proposta del M5S non va cestinata, ma va corretta.
Nessun commento:
Posta un commento