Nello scorso mese di ottobre abbiamo
letto notizie di alcuni ragazzini che minacciavano e aggredivano
coetanei. Bulli che avrebbero commesso reati molto gravi: quattordici rapine, possesso di armi, violente incursioni nelle abitazioni delle vittime e perfino uno stupro.
Se le accuse sono fondate si tratta di veri criminali, delinquenti pericolosi anche segiovanissimi, altro che
bulli.
Perché chiamarli bulli? per via dell'età? ma bullo e criminale non è proprio la stessa cosa.
Perché chiamarli bulli? per via dell'età? ma bullo e criminale non è proprio la stessa cosa.
La stampa parla di bulli anche nel riportare i fatti accaduti a Popoli durante l'ultima estate, eppure erano ventenni. allora mi chiedo: quando il bullo è cresciuto si chiama ancora bullo?
Me lo devo chiedere anche leggendo la recente notizia della ragazza pescarese picchiata
dall'uomo sorpreso a fare pipì in un luogo pubblico. Non stupisce che
il bullo sia sprovvisto perfino di quel minimo pudore che normalmente
circonda le funzioni escrementizie. Colto in fallo invece di vergognarsi
e di scusarsi reagisce come una furia. La reazione violenta di fronte
al rimprovero sembra una tipica reazione da bullo che però ha
quarantesei anni e la donna che lo rimproverava poteva essergli figlia.
Bulli cresciutelli sembrano anche i ragazzi di Milano che hanno pestato e ridotto in fin di vita un tassista
che aveva involontariamente investito un cane. Non agivano per eseguire
un piano criminale; non l'hanno fatto per uno smodato affetto verso
l'animale; da perfetti bulli, non potevano accettare che il tassista li
avesse richiamati alla regola per cui un cane va tenuto al guinzaglio. I
bulli non accettano regole, insultano e prendono a calci anche le
maestre e se non ci sono maestre si reagisce contro i poliziotti, si
bruciano le vetture dei testimoni, ci si scaglia contro i giornalisti.
Il bullo compie atti
delinquenziali, violenti, ma è diverso dal delinquente comune. Non ha
una strategia, non trae vantaggio dal reato, non simula pentimenti o
buoni propositi per riacquistare la fiducia degli altri. Per certi versi
il bullo è peggio del comune delinquente: è più asociale e talvolta più
pericoloso. Il deliquente decide di trasgredire le regole con qualche
scopo; il bullo non accetta regole, le irride, ostenta il suo rifiuto;
il bullo non si nasconde e non si pente. Se il delinquente è mosso da un
interesse per il bullo c'è solo l'istinto. La pulsione che non è capace
di controllare lo porta a compiere azioni spavalde e sconsiderate da
cui non può ricavare alcun vantaggio.
La convinzione di onnipotenza
unita alla stupida avventatezza sono caratteri tipicamente infantili.
Con l'età il bullismo dovrebbe scomparire, invece lo ritroviamo sempre
più spesso in soggetti adulti
che talvolta scambiano il loro bullismo per una situazione
privilegiata. I giornali parlano delle loro gesta e li trasformano in
eroi. In una società in cui l'unico valore è l'apparire diventa poco
importante il fatto che siano eroi negativi .
Se i tre minorenni di Chieti erano più delinquenti che bulli, sembrano invece pericolosissimi bulli i picchiatori di Pescara e di Milano, come anche il ventenne che ha colpito a morte l'infermiera nella metropolitana di Roma (caso molto simile a quello accaduto lo scorso mese di marzo a Pescara con identico contorno di indifferenza nei riguardi della vittima). Anche l'assassino della metropolitana è solo un bullo, già denunciato altre volte. Lo hanno descritto come un ragazzo normale, tranquillo, forse incapace di gestire l'impulso violento, ma non si può escludere che vi siano appositi allevamenti di bulli addestrati a colpire alla stessa maniera dei cani e dei galli da combattimento.
Nella mente dei bulli non
possono esserci regole morali o sociali che non coincidono col proprio
momentaneo capriccio. Qualunque regola, qualunque rimprovero, qualunque
richiamo viene percepito come un torto a cui il bullo reagisce con la
massima violenza. Il giudizio e la sanzione non lbastano a farlo
ravvedere, piuttosto lo incattiviscono. Solo nei casi di conseguenze
estreme emerge il problema, altrimenti il bullismo viene metabolizzato
come fenomeno normale. Spesso sono le mamme che intervengono a salvare i
loro bulletti e scaricano ogni colpa sulla cattive compagnie (soprattutto quelle femminili).
Finchè il bullismo non provoca
morti viene ignorato o trascurato. Non sospettiamo neanche che tanti
bulli stanno crescendo senza mai diventare adulti. Accade perfino che un
bullo adulto possa diventare un vero divo e che venga chiamato a fare
da testimonial. Il bullo come aspirazione e modello sociale. Qualcuno gli ha offerto
perfino prospettive di carriera politica, ma la nostra politica è già
piena di bulli. Li vediamo ogni sera in TV mentre si esibiscono solo per
contrastare gli altri, irridere, pavoneggiarsi senza mai parlare di un
solo argomento di interesse pubblico. E non sono bulli anche quei
giornalisti che si divertono a minacciare campagne denigratorie dicendo
che lo facevano solo per "scherzo"?
Il bullismo giornalistico si può presentare nelle pagine del gossip, spinto a superare ogni limite di decenza, come nelle pagine della politica. I direttori dei rotocalchi
scandalistici vengono invitati in TV come maestri di gusto, sempre
pronti a giustificare o esaltare ogni trasgressione. Allo stesso tempo
la cronaca politica dei quotidiani sbatte il nudo in prima pagina
insinuando che avrebbe potuto far peggio: "non lo vedi come siamo stati
buoni a metterci la foglia di fico?". Siamo alla pornocrazia perché qui non c'è più neanche la finta giustificazione del nudo "artistico". C'è solo la pura denigrazione.
Per dimostrargli che non lo perseguitiamo...
In realtà come i veri bulli anche il bullismo giornalistico non scherza
mai, irride. Lo sberleffo sarcastico dei bulli non ha nulla di
scherzoso. Vittorio Feltri ammette di aver infierito contro il collega dell'Avvenire usando falsità, ma la vittima non verrà soccorsa da nessuno.
Se la nostra Italia è diventata il Paese dei Bulli, dove bisogna essere bulli e parlare in modo volgare e sguaiato anche per diventare manager d'azienda, allora è normale avere un bullo come premier,
un discolo che scombina i vertici internazionali facendo le corna al
momento della foto, urlando dietro la regina d'Inghilterra, facendo cucù
al Cancelliere tedesco, chiedendo di palpeggiare una signora o
sfottendo il Presidente francese nel pieno di una conferenza (ti ho donato la tua donna). Le regole da rispettare, i protocolli, la diplomazia, l'etichetta... ma figuriamoci!
Ci si può scherzare, come fanno
all'estero, ma per noi è anche una cosa seria perché ci riguarda
direttamente Per descrivere il clima politico di questi ultimi anni con
foto "naturalistiche" di Topolanek a Villa Certosa, il lettone di
Palazzo Grazioli, i compleanni di Casoria, l'improbabile nipotina di
Mubarak, le miss omaggiate con alti incarichi politici è stato usato il
termine di "pornocrazia" o quello di "mignottocrazia" coniato da Paolo
Guzzanti, deputato PdL con esperienza diretta dei nuovi palazzi del
potere.
Badate che non si tratta di
termini denigratori usati dall'opposizione o dalla satira politica. Da
una parte il principio che crea la pornocrazia o la mignottocrazia è stato ribadito da autorevoli rappresentanti del nuovo populismo all'italiana che tendono a legittimarlo come uso del corpo per far carriera; d'altra parte in un paese dove 'certe signorine' possono chiamare al cellulare il capo del governo e girano scortate dai carabinieri la mignottocrazia è un fatto reale, senza nessuna caricatura satirica.
Se il termine "mignottocrazia"
ci aiuta a capire meglio la "costituzione materiale" di quella che
viene chiamata seconda repubblica, credo che sia giusto prendere in
seria considerazione anche la "bullocrazia". Non è un caso infatti che i bulli si trovano quasi sempre accoppiati alle pupe. Sono due facce del medesimo fenomeno.
Concludo con due considerazioni. La prima riguarda i giovani che seguono ogni giorno il palinsesto televisivo della Bulli & Pupe Education:
si accorgeranno mai che stanno seguendo modelli degradati e degradanti?
capiscono che Signorini non è un maestro, Lele Mora non è un manager e
Corona non è un divo oppure credono ingenuamente che così va il mondo?
La seconda considerazione è
politica: se il familismo amorale ci ha ridotto ad un Paese dei
Balocchi popolato di Bulli e Pupe quando un partito si mette alla
ricerca di un leader (ossessione fissa di quasi tutti i partiti)
sta cercando un intelligente amministratore della cosa pubblica oppure
un bullo fotogenico?