30 luglio 2006

Indulto, un mostro necessario?

Il Parlamento ha approvato a larga maggioranza la legge sull'indulto, superando ampiamente quella maggioranza qualificata di due terzi che la Costituzione (art.79) richiede per provvedimenti di questa speciale natura. Amnistia e indulto sono infatti atti eccezionali che possono essere posti in essere solo dal potere sovrano. Una maggioranza che supera i due terzi può essere considerata rappresentativa di tutto il popolo.

Allora perché c'è un "affaire" indulto? perché molti oggi hanno l'impressione che quella vasta maggioranza parlamentare non corrisponde ad una equivalente ampia maggioranza di italiani? perché i parlamentari preferiscono nascondere il proprio voto protestando contro il loro collega (Antonio Di Pietro) che ha pubblicato gli esisti nominativi del voto?




prima risposta: la clemenza è un'alta virtù della politica di cui sono capaci i grandi statisti, non la si può trovare anche nel popolo che tende a far prevalere i bassi istinti, la voglia di giustizialismo sommario e il gusto sadico di assistere allo spettacolo dei patiboli. Il Parlamento quindi ha agito secondo la lungimiranza di Cesare e non deve curarsi di ciò che il popolo urla nelle arene.

seconda risposta: l'ampia maggioranza di voti espressi in Parlamento non è stata raggiunta attraverso la discussione parlamentare nella quale ciascun senatore o deputato avrebbe dovuto formare il proprio libero convincimento; quella maggioranza era stata raggiunta prima, attraverso un sistema di accordi extra-parlamentari in cui i i capi di partiti hanno prima fatto il conto dei voti e poi imposto ai loro gregari la linea da seguire.

Il Parlamento è fatto per parlare, ragionare e poi votare. Nella discussione parlamentare sono emerse proposte interessanti e ben argomentate tendenti a migliorare il provvedimento proposto: escludere dall'indulto i reati dei colletti bianchi oppure escludere i reati che hanno recentemente prodotto disastrosi effetti su tutta l'economia nazionale, escludere i reati non ancora accertati, ovvero concedere un indulto limitato ad un solo anno di pena che avrebbe scarcerato solo i condannati per fatti più lievi o quelli più vicini al termine della pena. Tutte queste proposte avrebbero potuto convincere moltissimi parlamentari ed essere così accolte, ma ciò non è avvenuto perché, probabilmente, le decisioni erano state già prese altrove (in sedi di partito? nelle stanze del governo? in incontri di corridoio?) in ogni caso il Parlamento avrebbe perso il suo ruolo di organo decisionale e sarebbe stato ridotto ad una funzione esecutiva.

Ecco quindi che una norma (l'art.79 Cost.) creata per impedire che una legge di indulto possa scaturire da una semplice maggioranza politica sortisce l'effetto contrario.

La maggioranza dei due terzi, richiesta per assicurare che l'indulto concesso corrisponda ad una volontà generale e non sia una scelta politica di parte, ha sottoposto la maggioranza a compromessi e ricatti di parlamentari direttamente interessati all'ampliamento dei benefici e così ha creato un mostro di cui gli stessi autori e sostenitori si vergognano. Un mostro necessario.

Se l'indulto è stato un mostro necessario dobbiamo chiederci quali perversi meccanismi elettorali, politici o istituzionali ci stanno portando a simili necessità.