23 febbraio 2019

Ideologia cristiana

Il cristianesimo racchiude in sè varie ideologie spesso contraddittorie. La Chiesa ha attraversato grandi cambiamenti nel corso della sua lunga storia. Oggi l'orientamento dovrebbe essere quello indicato Papa Francesco. Un orientamento saggio e pacifista.

La guerra è una follia. Oggi, dopo il secondo fallimento di una guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta a pezzi con crimini, massacri e distruzioni.

La cupidigia, l'intolleranza, l'ambizione del potere, sono i motivi che spingono la guerra, e questi motivi sono spesso giustificati da un'ideologia; ma prima c'è la passione, c'è l'impulso distorto. L'ideologia è una giustificazione, e quando non c è un'ideologia c'è la risposta di Caino: 'A me che importa? Sono forse io il custode di mio fratello?'.

L'atteggiamento di Caino è l'opposto di quello che ci chiede Gesù nel Vangelo: "Chi si prende cura del fratello, entra nella gioia del Signore. Chi invece non lo fa, chi con le sue omissioni dice: 'A me che importa?', rimane fuori".


Redipuglia - 24 sett 2018



Papa Francesco non cade nell'inganno di una pace solo apparente. Viviamo in un tempo di guerra, una terza guerra mondiale combattuta a pezzi, per cupidigia.

Oggi, cari fratelli e sorelle, si leva ancora una volta da questa città il grido del popolo di Dio e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà: mai più la guerra.
Nel nostro tempo l'aspirazione alla pace e l'impegno per costruirla si scontrano col fatto che nel mondo sono in atto numerosi conflitti armati, e una cosa da terza guerra mondiale combattuta a pezzi.
Il clima di guerra - c'è chi vuole crearlo e fomentarlo deliberatamente, in particolare coloro che cercano lo scontro tra diverse culture e civiltà, e anche coloro che speculano sulle guerre per vendere armi

Serajevo - 6 giugno 2015

La guerra è sbagliata. Sempre. 
Dove c'è un'aggressione ingiusta posso solo dire che è lecito fermare l'aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo fermare, non bombardare o fare la guerra.
I mezzi dovranno essere valutati. Quante volte sotto questa scusa di fermare l'aggressore ingiusto le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto una vera guerra di conquista. Una sola nazione non può giudicare come si ferma l'aggressione. Dopo la Seconda guerra mondiale questo compito è delle Nazioni Unite.


18 agosto 2014 - Papa Francesco
Le parole di Papa Francesco si rivolgono anche alle cause delle guerre e dei rischi futuri.

«Mi chiedo se siamo in cammino verso una grande guerra mondiale per l’acqua».

Accademia delle Scienze nella Casina Pio IV -24 febbraio 2017

«Le cifre che le Nazioni Unite rivelano sono sconvolgenti e non ci possono lasciare indifferenti: mille bambini muoiono ogni giorno a causa di malattie collegate all’acqua; milioni di persone consumano acqua inquinata. Si tratta di dati molto gravi; si deve frenare e invertire questa situazione. Non è tardi, ma è urgente prendere coscienza del bisogno di acqua e del suo valore essenziale per il bene dell’umanità».

L’acqua è al principio di tutte le cose.

«dove c’è acqua c’è vita, e allora la società può sorgere e progredire. E urgente perché la nostra casa comune ha bisogno di protezione».

«Ogni persona ha diritto all’accesso all’acqua potabile e sicura; è un diritto umano essenziale e una delle questioni cruciali nel mondo attuale. Perciò è necessario attribuire all’acqua la centralità che merita nell’ambito delle politiche pubbliche». Ogni Stato, ricorda, «è chiamato a rendere concreto, anche con strumenti giuridici, quanto indicato dalle risoluzioni approvate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2010 sul diritto umano all’acqua potabile e all’igiene».

Il rispetto dell’acqua, insomma, è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani, avverte Francesco: «Se rispetteremo questo diritto come fondamentale, staremo ponendo le basi per proteggere gli altri diritti. Ma se violeremo questo diritto essenziale, come potremo vegliare sugli altri e lottare per loro!». Bisogna quindi coltivare «una cultura della cura e dell’incontro, in cui si uniscano in una causa comune tutte le forze necessarie di scienziati e imprenditori, governanti e politici». Occorre «unire tutte le nostre voci in una stessa causa». Allora «non saranno più voci individuali o isolate, ma il grido del fratello che reclama per mezzo di noi, il grido della Terra che chiede il rispetto e la condivisione responsabile di un bene che è di tutti».

24-2-2017

Abbiamo tutti bisogno, per opporci con successo alla barbarie di chi vorrebbe fare di ogni differenza l’occasione e il pretesto di violenze sempre più efferate, di riconoscere i valori fondamentali della comune umanità, valori in nome dei quali si può e si deve collaborare, costruire e dialogare, perdonare e crescere, permettendo all’insieme delle diverse voci di formare un nobile e armonico canto, piuttosto che urla fanatiche di odio
Serajevo 2015

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