10 aprile 2024

Tra PD e M5S chi sta sbagliando?

Sempre la solita storia: sinistra litigiosa e divisa, destra organizzata e compatta.
E' così da sempre per una ragione molto semplice: la destra è conservazione, loro sanno cosa devono conservare (soprattutto i privilegi di alcune categorie) ed è ovvio che pur essendo nemici tra loro si compattano sulla difensiva; la sinistra è un cammino verso un mondo diverso, migliore, più giusto, tutto da fare e ognuno ha una sua idea di come farlo. A sinistra l'accordo è difficile, non basta dire che vogliamo meno disuguaglianze, occorre trovare un accordo anche sulle strategie da perseguire per costruire una società meno diseguale.

Quindi la destra gode di un vantaggio naturale. Sta seduta su quello che ha già. Può affermare (anche se è falso) di essere coesa, trascurando gli evidenti contrasti tra nazionalisti e secessionisti, tra sovranisti ed europeisti, tra onesti e corrotti, tra amici di Putin e amici della NATO, tra securitari e ultragarantisti...  
A sinistra invece litigano. Su cosa litigano? in linea di principio quasi nulla, ma è facile inventare rivalità personali: Conte e Schlein vogliono entrambi primeggiare, com'è normale che sia, perché in tutti c'è qualche vanità.


Conte e Schlein sono sicuramente molto meno ambiziosi e vanitosi di qualunque personaggio di destra, sono entrambi misurati e ben disposti a collaborare, però il tentativo di accendere tra loro qualche dissidio funziona sempre, ma è una trappola. I giornalisti in cerca di gossip sanno farne uso rendendo un buon servizio ai loro padroni. Ma prima di spiegare come funziona la trappola guardiamo il recente caso di Bari che ha diviso il Pd dal M5S.


Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, e Antonio Decaro, sindaco di Bari, sono entrambi esponenti del PD e godono entrambi di ampia stima per come hanno svolto il loro compito. I due partiti che oggi si dividono il campo della sinistra (PD e M5S) erano già pronti a svolgere le elezioni primarie per scegliere un candidato comune da proporre come nuovo sindaco di Bari (Decaro ha già svolto due mandati e non è più candidabile). Ma ecco che scoppia una bomba: il comune di Bari potrebbe essere commissariato per infiltrazioni mafiose. No, protesta il sindaco, non ci sono infiltrazioni mafiose in Comune, però ci sono indagini sugli affari che riguardano le aziende partecipate. Emiliano interviene per difenderlo ma lo fa con esempi inopportuni che la destra usa come ammissione di colpe inesistenti. Ed ecco che arriva un terzo colpo: i voti comprati. Se c'è un mercato dei voti le primarie potrebbero essere inquinate, meglio non farle. Conte dichiara che non ci sono le condizioni, e subito diventa occasione per dividersi. Invece di cercare un altro modo per scegliere il candidato comune, si alzano i muri e partono subito le accuse di sciacallaggio: Conte vuol comandare lui... il PD si sottomette a Conte... per coerenza il M5S dovrebbe uscire dalla giunta regionale... 

Il fronte giornalistico è compatto: dividetevi, dividetevi, dividetevi!

In realtà a Bari non c'è stato alcun errore politico. Gli stessi candidati hanno chiesto di non svolgere le primarie nel clima di sospetti. Ogni partito proporrà un suo candidato. Poco male, l'unità si potrà ritrovare all'eventuale ballottaggio, ma ora i seminatori di zizzania possono mostrare a tutti una fredda stretta di mano tra Conte e Schlein.
Per il M5S sarebbe un grave errore mettere in difficoltà Elly Schlein che non può essere colpevole di quel che è accaduto a Bari: non è stata lei ad accettare l'ingresso nel PD dei compratori di voti, provenienti da destra e rimasti politicamente su posizioni di destra; la presa di distanza è anche un boomerang contro lo stesso Giuseppe Conte che ora viene accusato di voler approffittare della situazione nel tentativo di prevaricare. E' il solito ritornello della rivalità personale. Qualcuno già parla di sciacallaggio. Parole al veleno. 

La destra fomenta le divisioni e a sinistra purtroppo molti abboccano, perché l'orgoglio del militante è come un'esca: noi grillini non possiamo allearci col PD, partito di corrotti - noi piddini non possiamo allearci coi populisti sfasciatutto.

Roberto Fico, intervistato su La7 da Tiziana Parella, riconosce che il M5S non può vantare una verginità morale che i pentastellati non hanno. Basta vedere che proprio in questi giorni c'è stata la condanna penale per De Vito e Lanzalone, due esponenti della giunta romana di Virginia Raggi. Fico lo dice in modo chiaro: non si torna all'anno-zero dei grillini che proclamavano il Vaffa-Day e snobbavano Bersani in streaming. Quindi possiamo sperare che Giuseppe Conte non sarà ostaggio del vecchio grillismo allergico a tutte le alleanze.
Pierluigi Bersani lo dice in modo ancora più chiaro: il tentativo di incolpare Elly Schlein per non aver ancora ripulito il partito dai metodi clientelari dei suoi capi-bastone può fare il paio con l'incolpare Giuseppe Conte di restare alla guida di un Movimento che sembra ancora fermo agli atteggiamenti distruttivi del qualunquismo grillino. 

Ma ora cerchiamo di spiegare qual è la trappola in cui molti rischiano di cadere. 

A Bari e a Torino i procedimenti penali hanno travolto alcune persone. A Roma la giustizia ha condannato persone che facevano parte della giunta Raggi. In tutti i partiti ci sono persone che sbagliano, è inevitabile. Ma non si vede una nuova tangentopoli, non è sotto accusa un metodo politico. Il giudizio sulle persone non si può mai trasferire direttamente sul partito, soprattutto se chi guida il partito non è coinvolto negli errori. Elly Schlein e Giuseppe Conte non sono coinvolti e neanche sospettati, perciò la giustizia farà il suo corso per quanto riguarda le persone mentre le alleanze politiche possono continuare.
L'importante  è avere una concordanza sugli obiettivi politici da perseguire e anche sui metodi. Come scrive giustamente Marco Travaglio, se il Pd continua a tenersi in casa i compratori di voti e i manipolatori di appalti truccati, allora la questione non è più personale, diventa una questione di metodo che riguarda l'intero partito:

Il guaio non sono i grillini, o i pidini, o i destri presi con le mani nel sacco. Ma ciò che fanno i partiti a chi viene beccato: De Vito, appena arrestato per corruzione, fu messo alla porta da Di Maio e, appena imputato, fu accolto in FI. Invece dall’inchiesta torinese fotografa al fianco di Fassino non solo l’indagato Gallo, ma persino Quagliotti, condannato 30 anni fa con Greganti per una mazzetta Fiat.
Nel PD il metodo deve cambiare. Elly Schlein l'ha promesso. Ma anche nel M5S il metodo deve cambiare, non si può trattare la nuova segretaria del PD come fu trattato Pierluigi Bersani nel 2013, perché altrimenti non ci sarà mai nessuna alternativa alla destra che ci governa in modo sempre più scellerato e autoritario. Senza una vera alternativa che possa unire le varie anime della sinistra la gente, che aspetta e spera in un cambiamento, rischia di cadere nuovamente nell'inganno di qualche pifferaio come Renzi, Boschi o Calenda.

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