4 aprile 2024

E' destra o solo malaffare?

Destra e sinistra. Di solito se ne parla in chiave strettamente politica: la sinistra indica l'orientamento di chi preferisce una maggiore uguaglianza economica e sociale, mentre la destra indica chi vuol conservare le disuguaglianze in nome del merito o con altre giustificazioni.
Finchè esisteranno le disuguaglianze questa differenza di orientamenti politici non potrà essere eliminata, tuttavia è piuttosto diffusa l'opinione opposta, di chi ritiene che ormai le posizioni  politiche sono confuse e talvolta invertite. Ci dicono che non esiste più una sinistra che voglia mettere in discussione la disuguaglianza e che questo compito è ormai stato assunto dai movimenti populisti anti-elitari.
Due affermazioni  sbagliate. La sinistra egualitaria esiste, benché interdetta dalla rappresentazione giornalistica e sostituita da quella che Diego Fusaro chiama "sinistra fuksia" nella quale si possono collocare sia i partiti che non riescono a contrastare le disuguaglianze, pur raccogliendo voti da chi vorrebbe farlo, sia partiti di destra (Renzi e Calenda) che promuovono le disuguaglianze da una posizione liberale (non xenofoba, non maschilista, non confessionale) e che vengono erroneamente collocati a sinistra sul presupposto che la destra debba sempre coincidere con tendenze fascistoidi. Renzi e Calenda sono semplicemente esponenti di una destra democratica, che esiste anche in Italia.
La seconda affermazione è altrettanto sbagliata. Vorrebbe accreditare il populismo come forza rivoluzionaria mentre è  semplicemente una replica del solito qualunquismo: né destra, né sinistra, siamo contro il sistema o contro la casta. I qualunquisti sostengono che non vi sia più alcuna differenza politica tra destra e sinistra, ma in realtà hanno una visione molto chiara della differenza che vorrebbero negare, infatti non sbagliano mai la mira: i loro attacchi sono rivolti tutti e sempre contro la sinistra, mai contro la destra. Questo dimostra che la differenza è ben chiara anche a loro e che sanno molto bene di voler essere collocati a destra.
La destra oggi è vincente perché in essa convergono varie forze: fascisti di nome o di fatto, leghisti, mafiosi, faccendieri al servizio di vari potentati (Renzi, Calenda e simili) e qualunquisti anti-sistema. 

 
Di destra e sinistra possiamo parlare anche in una chiave apparentemente non-politica perché in Italia la stragrande maggioranza dei soggetti che sono orientati verso destra ha una propensione che raramente si riscontra tra i politici orientati verso sinistra: la normalizzazione dell'illegalità.
Attenzione, non parliamo del disprezzo della democrazia e delle regole democratiche. Questo disprezzo si palesa solo nei gruppi neo-fascisti; esiste, ma in varie sfumature, nei gruppi di orientamento illiberale o qualunquistico, fin quasi a dissolversi nella destra democratica di matrice confindustriale. La propensione all'illegalità è qualcosa di diverso: riguarda le regole basilari dei rapporti umani e sociali, quindi non rientra mai negli statuti politici, quasi sempre basati su principi di garantismo giudiziario e di rigore sanzionatorio.
L'illegalità è tutta nell'agire pratico, ma non è celata, non rappresenta un'anomalia e non genera discredito. L'autore di gravissimi abusi, anche quando è colto in flagranza e perfino condannato, se è un esponente della destra non viene a trovarsi in una condizione di disagio o di vergogna.
Silvio Berlusconi non s'è mai scusato dei suoi illeciti, neanche quando sono stati giudizialmente accertati, e non ha perso il consenso politico. Allo stesso modo oggi vediamo la Ministra Santanché che non ritiene di doversi giustificare o di doversi dimettere e non viene sfiduciata al pari di molti suoi colleghi di governo. Molto indicativo può essere il caso di Dennis Verdini, abile regista politico abituato a giocare su più tavoli. Attualmente si trova in carcere a scontare una condanna, ma questa posizione non riduce il suo carisma politico. Uno dei suoi figli deve scontare una pena per corruzione e turbativa d'asta mentre una sua figlia è stata condannata con patteggiamento per essersi spacciata da avvocato e aver falsificato una sentenza, cioè una truffa di infimo livello che non aveva alcuna possibilità di non essere scoperta.

Abuso, corruzione, falsificazione, truffa... non c'è alcun tipo di illegalità che possa mettere in crisi un esponente politico di destra, che sia della destra neofascista o di quella leghista (vedasi l'indebita appropriazione dei 49 milioni) pernon parlare dell'area moderata che comprende insieme a Silvio Berlusconi anche Dell'Utri, Previti e il citato Verdini. Dopo gli anni trascorsi in interdizione dai pubblici uffici e privato finanche del diritto di voto ebbe l'incredibile ardire di proporsi come Presidente della Repubblica!
 
Si potrebbe concludere che la destra italiana ha esteso la propria connotazione ideologica dalla giustificazione delle disuguaglianze socio-economiche alla normalizzazione della disuguaglianza giuridica.

I conservatori che si riconoscevano nel Dio-Patria e Famiglia non avevano ragione di opporsi ad uno Stato di Diritto, ma il berlusconismo italiano ha aperto la via ad una nuova destra che tende a ripristinare i privilegi di casta per consentire alle nuove aristocrazie politiche di poter liberamente mentire, sopraffare, truffare... talvolta ne approfittano anche altri, ma mai la sinistra ha avallato la normalizzazione dell'illegalità.
A destra la sopraffazione non è solo praticata, quando viene denunciata si assiste quasi sempre ad un vasto coro di giustificazionisti, questo vale per la corruzione politica, per  le violenze commesse dalle forze dell'ordine e spesso anche per reati spregevoli come gli stupri di gruppo. 

Lo sdoganamento dell'illegalità è un fenomeno talmente vero ed evidente che oggi un personaggio come Fabrizio Corona, dopo aver dato prova di essere afflitto da una insanabile insofferenza a qualunque tipo di regola, può annunciare la sua intenzione  di "scendere in campo" col proposito di arrivare in breve tempo fino a Palazzo Chigi. Ritiene di avere tutte le caratteristiche del vincente e forse non gli si può dare torto.


Fabrizio Corona premier può sembrare un'ipotesi risibile, ma lo è come lo era nel 2000 l'idea di un Donald Trump alla Casa Bianca. 

Trump rappresenta politicamente un'imitazione americana di Berlusconi, ma col suo palmeres di fallimenti e di condanne per molestie sessuali, lo supera in peggio. Con l'assalto a Capital Hill del 6 gennaio 2021 Trump è riuscito a materializzare quel finale del film Il Caimano a cui il Cavaliere delle cene eleganti non era arrivato. Poi abbiamo assistito ad una replica organizzata in Brasile da Jair Bolsonaro e ora in Argentina c'è Javier Milei che incarna perfettamente la paradossale identità tra populismo anti-sistema e autoritarismo neoliberale.


Da noi Giorgia Meloni, non potendo ancora riformare la Costituzione eliminando dall'art.54 il dovere di adempiere alle funzioni pubbliche con disciplina ed onore, per sostituirlo con un più opportuno "diritto di delinquere impunemente", lascia che il Ministro Nordio provveda a riorganizzare la Giustizia in modo che questo possa almeno realizzarsi nei fatti.

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