6 dicembre 2023

Le leggi ora le fa il governo, ma non son mica fascisti


Ieri in Parlamento abbiamo visto i deputati di opposizione mostrare cartelli di sdegno. Non c'è da stupirsi, siamo abituati a queste cose nell'aula di Montecitorio, però credo che pochi abbiano capito cos'era realmente accaduto.
Ve lo riassumo: la proposta di legge che avrebbe imposto un minimo salariale di 9 euro l'ora non è stata approvata, e fin qui niente di strano; era una proposta fatta dai partiti di opposizione (la prima firma era quella di Giuseppe Conte) e sappiamo tutti che le opposizioni sono minoranza in Parlamento.
La proposta è stata bocciata? No, questo è il bello.
I partiti di maggioranza non hanno il coraggio delle loro idee, votare contro quella proposta significava mostrare la volontà di affamare gente che lavora, si umiliavano anche molti lavoratori che hanno votato per i partiti di destra. Non c'è possibilità di respingerli come "fannulloni" o "divanisti", si tratta di lavoratori, non di percettori del sussidio di sopravvivenza, ingiustamente chiamato Reddito di Cittadinanza.

Allora che si fa? Come si fa a bocciare una proposta senza bocciarla?

Ecco l'idea: modificare un solo articolo della proposta con un emendamento che però non aveva l'intento di migliorare la legge, voleva sviare, infatti con quella modifica il disegno di legge s'è trasformato in una delega al Governo: la legge è sparita. 

Così nessuno potrà dire che la proposta è stata bocciata: nessuna bocciatura, ma la legge non c'è più, ora deciderà il Governo. Ma lo sappiamo già che quel Governo, incapace di prendere posizione sulla faccenda, ha chiesto il parere al CNEL (l'organo tecnico di economisti  presieduto da Renato Brunetta) che ha già dato parere negativo: stabilire una paga minima, sia pur misera, per chi lavora, non è cosa buona. 

Quattro milioni di lavoratori continueranno a chiedere cibo alla Caritas o a sfogare le loro frustrazioni contro mogli e figli.

Nel gergo calcistico si potrebbe dire che hanno buttato la palla in tribuna. Ma in termini istituzionali quel trucchetto di trasformare una proposta di legge, che doveva essere elaborata, discussa e approvata dal Parlamento, in una delega al Governo, svela qualcosa di molto preoccupante: la fine di un sistema in cui il Parlamento in rappresentanza di tutti legifera e di un Governo che pone in esecuzione le leggi. Ora l'idea è quella di un Governo che le leggi se le fa da sé. Il Parlamento già esautorato da tempo e ridotto al mero compito di ratificare i decreti governativi (il governo Meloni di decreti ne ha già sfornati a dismisura) ora si spoglia perfino di una legge che era già stata elaborata e portata in discussione per il voto finale.

In che situazione siamo caduti? 

Se una minoranza può legittimamente governare e ora si prende anche il potere di legiferare e lo fa con l'arroganza di voler limitare i poteri della magistratura (anche quella contabile), di espropriare il Parlamento del suo potere legislativo stiamo uccidendo la democrazia parlamentare in attesa che sorga il premierato

Deriva autoritaria: questo è il termine che indica il passaggio verso un non-democratico autoritarismo. Queste sono le parole giuste. Dicono anche che sarebbe sbagliato chiamarlo fascismo. Perché non c'è niente di fascista in quello che stanno facendo.

I busti del Duce? E che male c'è a collezionare busti del Duce? Che male c'è a voler 'spezzare le reni' alle correnti della magistratura? Che male c'è a copiare i discorsi di Mussolini? Che male c'è a ripudiare la festa della liberazione? Che c'è di male a sequestrare centinaia di profughi stipati su una nave? Che c'è di male ad inventarsi la falsità dei terroristi a bordo? Che male c'è a negare un salario minimo a chi lavora? Che male c'è a vietare lo sciopero dei lavoratori? Che male c'è a dedicare un monumento a Rodolfo Graziani? Che male c'è a candidare Alessandra Mussolini e poi Caio Giulio Cesare Mussolini e poi anche Rachele Mussolini? Che male c'è a condividere le politiche di Trump e di Bolsonaro? Che male c'è ad accompagnarsi coi nazionalisti spagnoli di Vox e gli ungheresi di Orban? Che male c'è a voler occupare tutti i posti in Rai con veri militanti? Che male c'è a mettere sotto controllo i telefoni dei giornalisti?  Che male c'è a dedicare qualche strada a Giorgio Almirante? Che male c'è a voler stravolgere la Costituzione per creare un premierato forte con uno solo che comanda? Che male c'è a non volersi mai dichiarare antifascisti? Loro sono semplicemente anti-antifascisti. Che male c'è a far manganellare studenti e professori? Che male c'è a proibire pacifiche manifestazioni? Vogliono solo criminalizzare il dissenso mettendo in carcere chi manifesta senza far danni. Che male a disprezzare stranieri, zingari, omosessuali, comunisti, femministe e ambientalisti? Che male c'è a considerarli tutti anormali? Che male c'è a patrocinare la presentazione di un libro che fa apologia di un comandante fascista? Che male c'è ad affidare un ministero al cognato e un partito alla sorella? Che male c'è a identificare e intimorire chi grida "Viva l'Italia antifascista!"? Che male c'è a indossare divise da SS al cinema? Che male c'è a mandare a carte 48 tutti i soldi del prestito europeo?

Per tutto il resto potrebbe essere quasi un governo normale. Ma qual è il resto?

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