1 novembre 2023

Che la pietà non vi rimanga in tasca...

La pietà non la troviamo più neanche in tasca. L'hanno abolita il 7 ottobre con un eccidio che nessuno dovrebbe paragonare a una lotta di resistenza. L'obiettivo degli assassini non era quello di colpire gli oppressori. I macellai di Hamas non affrontavano gli uomini armati col piglio ribelle di Ahed Tamimi, cercavano gente comune da ammazzare, ma per le loro vittime non possiamo avere pietà. Il naturale sentimento di pietà è stato rimosso ancor prima di affiorare.

Non è facile cancellare le pulsioni naturali. Sono necessarie alla conservazione della specie perché lo spirito di solidarietà tiene insieme ogni comunità. Eppure ci sono riusciti.

Buonismo? Sì, provare compassione per gli altri ci rende buoni, ci spinge ad aiutare chi è in difficoltà, e questo conduce ad un miglioramento di tutta la società. Ora lo chiamano buonismo con l'intento di trasformare la bontà in qualcosa di spregevole, per sostituirlo col cattivismo, fatto di disprezzo e insensibilità. Così il tessuto sociale si disgrega e la pietà rimane dentro le tasche dove dovrebbe stare il portafoglio e quei denari che ora comandano le nostre coscienze.


 

Tra le mercanzie che arricchiscono le grandi compagnie c'è lo spettacolo di continua violenza offerto in TV ad ogni ora del giorno e della notte. In alcuni canali, come Italia1 di Mediaset, raggiunge livelli da overdose e si ripresenta anche in molti videogiochi, produce inevitabilmente una assuefazione che ora ci consente di assistere ad episodi di violenza e di estrema brutalità senza provare pietà.
Durante un pestaggio o uno stupro c'è chi si gode la scena e chi riprende col cellulare. Quel tabù che inibiva anche i malviventi dall'infierire sullo sconfitto e colpirlo mentre era già a terra inerme, ora è sparito: si può prendere a calci in faccia qualunque vittima senza provare la vergogna di una tale vigliaccata. L'abbiamo visto fare mille volte in TV, è diventato normale. La violenza è bella: Tarantino docet. Se un tempo pochi avrebbero potuto sopportare la visione di un cadavere sezionato, adesso le autopsie vengono offerte tutte le sere su Italia1  senza risparmio di ravvicinati dettagli. Mel Gibson ha ridotto anche il vangelo a splatter.
La trasformazione del buon cittadino in un essere spietato ha richiesto un progetto lungo e laborioso, anni di lavoro e di investimenti. Ho cercato di resistere alla pioggia di sangue, ho tentato di sottrarmi al malefico influsso di Giorgio Gori, di Gibson, di Tarantino e di altri sciagurati. Ora no, non si può più resistere. Il 7 ottobre ha tolto ogni spazio alla pietà.

Noi lo sappiamo che una strage di ragazzi che ballano non è resistenza, che sgozzare bambini non è lotta armata, ma sappiamo anche che la rappresaglia non farà giustizia, che la vendetta non riparerà i torti. Lo sappiamo, però nell'uomo corrotto che governa le milizie di Tel Aviv, circondato di feroci gerarchi, riconosciamo il truce rigore del generale Kappler.

Meritavano tutta la nostra pietà quei ragazzi massacrati durante il loro pacifico e festoso raduno, meritavano pietà gli israeliani uccisi, decapitati e bruciati nelle loro case, i neonati macellati nelle loro culle... ma non c'è stato il tempo per un segno di pietà, perché quella carneficina compiuta dai criminali di Hamas era già l'annuncio di altre carneficine che i criminali di Netanyhau avrebbero compiuto per ritorsione, perseguendo una logica tribale che nulla ha in comune con la giustizia e la difesa. 

L'abbraccio fraterno che era dovuto agli israeliani, vittime innocenti, non c'è stato, abbiamo dovuto mutarlo immediatamente in un grido d'allarme e di sdegno nel vano tentativo di salvare dalle rappresaglie migliaia di  palestinesi innocenti, che tuttavia non si salveranno. Senza pietà nessuno si salverà.  


Guardateli ora nei teleschermi quelli che ci dicono che neanche dei palestinesi di Gaza dobbiamo avere pietà, neanche dei loro bambini dilaniati dalle bombe.


Guardateli i guardiani del diritto alla rappresaglia, sono gli stessi  che finora ci accusavano di buonismo: il buonismo nei confronti degli immigrati, il buonismo nei confronti dei disperati, il buonismo nei confronti dei licenziati, il buonismo nei confronti dei disoccupati, il buonismo nei confronti degli sfruttati, il buonismo nei confronti dei malati... sono gli stessi che ora stanno firmando la svendita dei nostri ospedali ai loro amici, gli stessi che ci esortavano a schifare la sinistra stupidamente votata al buonismo e arresa al pericoloso fancazzismo dei centri sociali, gli stessi che insistono a spiegarci che i torti e le ragioni non riguardano mai le persone, ma si misurano sulla linea delle frontiere e col colore delle bandiere, perciò la ragione era ed è sempre tutta dalla parte di Kappler e di Kesselring che uccidevano per l'onore della nazione. 

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P.S. - questa mia conclusione evoca nomi che fanno pensare ad una "reductio ad hitlerum" per interposte persone. E qualcuno mi dirà che è esagerato o paradossale equiparare al nazismo le vittime del nazismo, però il paragone non è di mia invenzione, purtroppo è sotto i nostri occhi: vediamo gruppi violenti di estrema destra manifestare a favore delle sanguinarie rappresaglie del governo di Bibi Natanyhau (nazisti pro ebrei?) e pochi mesi fa abbiamo letto le incredibili dichiarazioni di Bezalel Smotrich, leader del partito nazionalista israeliano Sionismo Religioso (esiste un sionismo religoso?) e Ministro della finanze nel governo di Tel Aviv:“Sono una persona di estrema destra, omofobo, razzista e fascista”...  se lo dice lui.

Estrema destra, omofoba, razzista e fascista sono aggettivi che ben si prestano anche per i feroci comandanti di Hamas. In fondo sono la stessa cosa come ci aveva già svelato Antonio Ferrari sul Corriere della Sera. Ma sia chiaro, qui non stiamo parlando di popoli (palestinesi e israeliani) e ancor meno di religioni (islamici ed ebrei), qui stiamo parlando di partiti politici: partiti nazionalisti di estrema destra che promuovono il nazionalismo dentro e fuori dai loro confini e che stanno facendo quel che le destre nazionaliste hanno sempre fatto.

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Nelle capitali di tutto l'occidente ci sono state manifestazioni di solidarietà col popolo palestinese. A Londra la partecipazione è stata immensa, ma ci sono stati anche attacchi da parte dell'estrema destra.  A Roma alla manifestazione degli studenti si vedevano bandiere palestinesi insieme a bandiere rosse antifasciste. A Milano si sono svolte due manifestazioni separate, e in entrambe si colgono anomalie che sono il segno della complessità: bandiere comuniste nel corteo che proclama il diritto al patriottismo e bandiere iraniane al corteo di solidarietà con Israele.

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