17 giugno 2023

Sembra un incidente stradale

Una grossa Lamborghini, con a bordo cinque giovani, s'è scontrata con una piccola Smart sulla quale viaggiava una donna con i due figli. Il bambino di cinque anni è morto.

Quello che potrebbe sembrare un ordinario incidente stradale forse non è solo un triste fatto di cronaca, potrebbe essere uno specchio del nostro tempo. Elisabetta Ambrosi nel suo blog del FQ parla di "un caso che racconta chi siamo o chi stiamo diventando".

Guardando oltre le apparenze vediamo che la Lamborghini non era una vettura in transito. Non viaggiava come mezzo di trasporto, non era diretta ad alcuna destinazione, girava da due giorni e due notti in percorsi oziosi, scelti a caso, solo come pretesto per realizzare un video da mostrare in rete. 

I cinque ragazzi a bordo della Lamborghini non erano balordi sfaccendati, ma ragazzi svegli che si sono ben organizzati per diventare youtuber di successo. La loro impresa investe soldi e utilizza talenti personali per promuovere un canale video con ottimi guadagni: un fatturato di quasi 200mila euro in due anni. Appartengono alla nuova categoria professionale degli influencer.  Il più ambìto tra i mestieri che saranno promossi anche dalle scuole statali secondo il nuovo modello di Scuola-4.0.

L'attività imprenditoriale dei ragazzi che avevano noleggiato la Lamborghini da 600cv (una vettura che nessuno di loro neopatentati avrebbe potuto guidare) genera un indotto economico fatto di noleggiatori disposti a fornire agevolmente le lussuose automobili, di sponsor che sostengono economicamente il canale, di pubblicità veicolate dalla piattaforma social... è il capitalismo bellezza e tu non puoi farci niente, direbbe ora il vecchio Humphrey Bogart.

Davvero non possiamo farci niente?

Davvero siamo obbligati per natura ad assistere a questi omicidi ringraziando il turbo-capitalismo? lo stesso turbocapitalismo che dobbiamo ringraziare ogni volta che un call-center ci chiama per tentare di truffarci? lo stesso che ci avvelena? dobbiamo ringraziarlo anche quando ci vieta di esprimere un'opinione o di raccontare una verità che potrebbe ledere l'immagine dell'azienda che sta commettendo abusi o della scuola che mette a rischio gli scolari o dell'ente pubblico che copre comportamenti illeciti?

E' vero o no che l'art.21 della Costituzione nell'affermare la libertà di parola dei cittadini la subordina all'immunità imprenditoriale e al diritto delle aziende di nascondere le proprie malefatte?  

Davvero non possiamo riavvolgere il nastro e fare in modo che Humphrey Bogart torni a dire esattamente quello che disse settant'anni fa in Deadline, parlando di libertà di stampa e non di libertà di nuocere o di rincretinirsi.

E per tornare al caso di Casal Palocco, è vero o no che la Costituzione all'art. 41 riconosce la libertà di iniziativa economica che può svolgersi liberamente, cioè in ogni modo, anche in contrasto con l'utilità sociale, anche arrecando danno alla vita, alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana?

E' vero o no che non possiamo farci niente?

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