Ci provo. Ma ora vedo che non ci sono soltanto notizie logicamente sospette, sembra che si stia mettendo in moto un revisionismo che tende a manipolare anche il passato.
Nel mio post del 13 marzo avevo citato la Strage di Odessa associandovi un link alla omonima pagina di Wikipedia. Ora quel link apre una pagina diversa da quella che avevo linkato, infatti la voce "Strage di Odessa" rinvia ad una nuova pagina intitolata "Incendio di Odessa". La pagina risulta non modificabile, in deroga allo spirito collaborativo che contraddistingue l'enciclopedia informatica. Cosa dobbiamo pensare? Perché la pagina dell'enciclopedia è stata interamente sostituita? La redazione di Wikipedia ha voluto correggere un'informazione sbagliata o sta collaborando ad una revisione storica finalizzata a far apparire angelici gli ucraini e diabolici i russi?
Che dire? Io non conosco la verità, non ero a Odessa il 2 maggio del 2014, però il giornalista Franco Fracassi era in Ucraina nel 2014, per ascoltarlo dovete andare sul sito di ByoBlu, (ByoBlu non esiste più come canale YouTube, è stato cancellato perchè ha diffuso informazioni sanitarie non corrette nel periodo peggiore della pandemia). L'Antidiplomatico ha intervistato una donna che è stata testimone diretta dei fatti di Odessa, Eugenia Culikova. Mi sembra una testimonianza credibile, ricca di dettagli. Cita gli antefatti, parla dei preparativi, descrive le modalità di attacco alla Casa dei Sindacati. Ridurre quei fatti ad un malaugurato "incendio", come fa ora Wikipedia, è una falsificazione.
L'Antidiplomatico ci propone anche una analisi della questione ponendosi in polemica con Butac. C'è un'intervista alla psicologa Sara Reginella che è stata in contatto con alcuni protagonisti di quei fatti e ci offre un resoconto delle semplificazioni informative come causa ed effetto di psicosi di massa, un fenomeno politicamente molto pericoloso.
L'Antidiplomatico è ancora presente in rete, anche come canale di YouTube, ma non posso non chiedermi: per quanto tempo ancora? Me lo chiedo perché c'è una censura che non agisce soltanto nei confronti di vere o presunte fake-news o del linguaggio d'odio, ho appena appreso da un video di Democracy Now! che YouTube ha fatto scomparire un intero archivio giornalistico di Chris Hedges.
I lettori di questo mio blog lo ricorderanno, gli avevo dedicato un post. Chris Hedges non è un giornalista qualsiasi, è vincitore di un premio Pulitzer, il Nobel del giornalismo, quindi se possono cancellare lui, dopo aver imprigionato e perseguitato per anni Julian Assange, colpevole di aver svelato le indicibili verità sulla guerra, vuol dire che siamo messi piuttosto male. I giornalisti russi stanno anche peggio, ma questo non assolve nessuno, ci mostra solo una corsa verso il peggio, e diventa difficile poter continuare a sostenere che le democrazie occidentali garantiscono la libertà di stampa. La stampa sembra aver abbandonato Assange, non sembra dare alcuna importanza alla censura nei confronti di Hedges.
Il caso di Julian Assange mostra in maniera particolarmente lampante la natura intrinsecamente antidemocratica del potere, anche quando questo potere è esercitato nell’ambito di un regime più o meno democratico. È anche per questo che la democrazia è un sistema intrinsecamente instabile, contenendo in sé delle contraddizioni insanabili, delle tensioni mai completamente superabili.
Una delle (tante) differenze fra regimi democratici e non democratici non è il fatto che nei primi il potere in sé sia immune dal rischio di abusi di potere ma il fatto che, quando questi abusi emergono, suscitano scandalo perché si avverte la contraddizione intima, ontologica direi, fra abuso di potere e democrazia. (Cinzia Sciuto)
Solo lo scandalo, la protesta, l'indignazione collettiva, può salvare la democrazia. Gli artefici degli abusi fannotutto il possibile e investono ingenti risorse per soffocare lo scandalo, per tenere i loro abusi lontano dai riflettori e dalle prime pagine. Di Assange è meglio non parlare, meglio che la gente non sappia. I portatori di dubbio, gli osservatori critici, i non allineati fortunatamente non saranno deportati nei gulag, ma sono trattati con disprezzo. Un disprezzo che cade spesso sui professori, come è accaduto al prof. Cardini, al prof. Orsini, al prof. D'Orsi ed altri illustri accademici ridicolizzati da giornalisti d'assalto.
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AGGIONAMENTO del 7 aprile - Oggi la pagina di Wikipedia sembra ulteriormente modificata e reca un nuovo titolo: "Incendio nella Casa dei Sindacati di Odessa". La pagina risulta bloccata a nuove modifiche, però occorre precisare che è leggibile la discussione tra i redattori dalla quale si evince che le intenzioni sono oneste e mirano a raggiungere una descrizione neutrale dei fatti attraverso un confronto trasparente.
Caso ASSANGE - sul caso Assange la Fondazione Lelio Basso ha organizzato una conferenza (visibile a questo video di YouTube) alla quale ha preso parte anche John Shipton, padre di Julian Assange.

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