
A ottobre dello scorso anno avevo dedicato un post alla vicenda giudiziaria del sindaco di Riace accusato di reati che sembravano essere piuttosto meriti che egli avesse acquisito. Ma la legge è legge, quindi se aveva anche compiuto irregolarità amministrative è giusto che le autorità facciano i dovuti accertamenti e arrivino anche a sanzionare gli illeciti, ma a distanza di quasi un anno sembra che nessuno sia ancora in grado di dire se le presunte irregolarità amministrative abbiano anche una valenza penale.
Intanto Mimmo Lucano resta obbligato ad un esilio forzato dal proprio paese, condannato a star lontano da casa senza che nessuna condanna sia ancora stata pronunciata a suo carico. La macchina della giustizia è lenta e complessa, ma ora sembra che nei suoi confronti gli accertamenti giudiziari abbaiano assunto i caratteri di un accanimento ingiustificato. Gli vietano perfino di potersi riavvicinare all'anziano padre malato. Un trattamento che spesso non viene riservato neanche ai peggiori criminali ed è anche una condanna per quel padre che non può avere alcuna colpa delle eventuali responsabilità assunte dal figlio come sindaco del paese. E' un rigore eccessivo che diventa persecuzione politica.
(Fonte: Dagospia)
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