Una testata violenta scagliata in faccia al giornalista. E' successo a Ostia dove i risultati elettorali hanno registrato un discreto successo di CasaPound e i giornalisti vorrebbero capire perché. Si potrebbe pensare che il successo dei neo-fascisti sia una normale conseguenza della dissennatezza altrui, ma un giornalista della Rai voleva capire meglio cosa gira intorno alla lista dei neofascisti. E' andato a chiedere ad alcuni di loro, non ha considerato che quelli tendono a farsi rispettare con metodi molto diretti. E diretta (in faccia) è stata anche la risposta al giornalista troppo insistente. Botte anche al cameramen. Il video s'è salvato e mostra tutta la spavalderia del malavitoso, la supponenza del mafioso, l'arroganza del fascista e la marginalità dello zingaro.
L'episodio rischia di smontare il clichè dei neofascisti che vorrebbero difendere gli "italiani" dalle violenze degli immigrati e dei rom. Chi appartiene all'etnia rom, tanto odiata dai presunti nazionalisti, può essere fascista? E i fascisti possono accettare l'appoggio di quelli che vorrebbero far scomparire dal suolo italiano? Sembrerebbe di sì.
Un leader neonazista che afferma di ammirare Hitler e che esprime solidarietà a un membro di una famiglia di origini sinti che ha appena picchiato un giornalista che faceva domande. Succede anche questo nella “Suburra” romana, dove fiction e realtà sembrano mescolarsi nella cronaca di questa malavita all’amatriciana che comunica goffamente attraverso i social-network, assumendo a volte contorni tragicomici. Ma di comico c’è poco. [V. Bisbiglia - Il Fatto Quotidiano - 9 nov 2017]In realtà l'alleanza tra neo-fascisti e mafiosi non dovrebbe stupire, la pretesa di comandare sugli altri imponendosi con la violenza li trova in perfetta sintonia. Anche un formale ossequio per le tradizioni li accomuna. Non dovrebbe stupire neanche di trovare nella loro rete le gang criminali di etnia rom. L'avevamo già visto quando agli onori delle cronache arrivò il clan dei Casamonica.
I fascisti usano la violenza perché sono soggiogati dalla violenza, perciò in ogni violento possono trovare un prezioso alleato. Il loro disprezzo non si rivolge alla collocazione etnica, ciò che realmente disprezzano è la condizione di povertà e di debolezza. Il rom risulta fastidioso quando sta nella sporcizia delle baracche, quando è circondato da figli affamati. I fascisti infatti non sopportano le vittime e la richiesta d'aiuto. Forse uno psicanalista ci potrebbe spiegare che quel disprezzo nasce dal terrore di essere deboli e di diventare vittime.
Non può esserci disprezzo per chi sa essere violento e sa usare i mezzi (leciti o illeciti) per farsi rispettare.
In questa fotografia l'ex sindaco di Roma s'è fatto ritrarre con un compnente della famiglia Casamonica durante una cena in compagnia di altri politici e di personaggi coinvolti nella vicenda di "mafia-capitale". Cravatta nera e maglietta dell'Italia s'accostano perfettamente, il contrasto si potrebbe cogliere piuttosto col manifesto alle loro spalle che raffigura un volto africano con la scritta "I popoli del mondo". Cos'è, spirito di accoglienza e di solidarietà?