2 novembre 2017

Autodistruzione della RAI

Il processo di autodistruzione della Rai è cominciato molto tempo fa, quando la Legge Mammì creò il duopolio Rai-Mediaset e altre leggi favorirono la gestione commerciale a cui dovette piegarsi anche la TV di Stato: pubblicità invasiva e palinsesti per un pubblico sempre più idiota. Poi arrivarono le purghe berlusconiane con la cacciata di Enzo Biagi, Michele Santoro, Daniele Luttazzi, i fratelli Guzzanti. Al posto dei vecchi saggi del calibro di Sergio Zavoli e Angelo Guglielmi arrivarono i pasdaran del Biscione. I prodotti di buon livello furono relegati ai margini, la satira intelligente di Rai3 è stata abolita, ma qualcosa di buono restava: i programmi di divulgazione culturale di Piero e Alberto Angela, i documentari storici, i servizi al cittadino di Mi manda Rai Tre e Chi l'ha visto, gli spazi gestiti da Philippe Daverio, Mario Tozzi, Luca Mercalli, ma soprattutto il giornalismo vero di Report.
Ora al termine di una difficile trattativa leggiamo l'annuncio di Milena Gabanelli, creatrice e conduttrice di Report: “Ho comunicato oggi all’azienda le mie dimissioni poiché le condizioni proposte non permettono di produrre risultati apprezzabili”.
Un'azienda che non riesce a valorizzare i suoi elementi migliori e se li lascia sfuggire, non ha nessuna speranza.