Mafia. Se ne parla a proposito di una nuova serie televisiva, l'ennesima, che stavolta celebra le donne camorriste. Alla conferenza di presentazione hanno invitato una vera camorrista che si dice non-pentita del male che ha fatto. Qualcuno inorridisce, altri considerano normale che una persona cresciuta in zone totalmente dominate dal malaffare e dalla sopraffazione non possa comprendere cosa c'era di sbagliato nelle scelte, quasi obbligate, della sua vita votata alla distruzione.
Tra i commenti trovo alcune sagge affermazioni che vorrei condividere.
Vera Crudele:
E se si smettesse di " mitizzare" gli assassini! Non sono divinità negative nel grande mondo della Mitologia Greca o Romana. Sono assassini, affaristi, esseri ignoranti,rozzi, crudeli e bellicosi che di leggendario non hanno nulla.
Filippo Grillo Busulto:
Io, da anni propongo in tutte le sedi, specie in quelle scolastiche, delle scuole di ogni ordine e grado, di trasmettere i filmati dei processi alle canaglie mafiose: uomini e donne. Basterebbe da solo, il tasso intellettuale ed espositivo di quelle canaglie a spiegare che delle canaglie senza arte né parte, pensano di soggiogare gli altri con la sola violenza. Ma nello stesso tempo non giustifico queste fiction televisive o i film su mafia e mafiosi. Perché anche in carcere sono i "testi" culturali dei mafiosi che si inorgogliscono "rivedendosi" in quelle gesta. Insomma, l'ignoranza è crassa, anche da parte di questa pseudo cultura. Nulla di meglio di un processo mostrato a tutti in cui si vede, un esempio, il re dei -quaqquaraqquà- Totò Riina biascicare menzogne, parlare con la cultura di una capra e restare dentro a un carcere, perché è così furbo che si è pure fatto beccare. Tardi, secondo me, ma opportunamente comunque.
Gino Bonatesta:
... Sono anche certi riflettori di false ribalte che attirano falene e moscerini del malaffare, se quelle luci, per quanto fioche e macchiate di nero e di rosso si spegnessero, forse [i giornalisti] avrebbero meno da scrivere ma, certamente, ne guadagnerebbe la società perchè (...) le mafie, comunque denominate, fanno già danni di loro senza necessità di essere "illuminate" anche da qualche palco più o meno traballante.