2 febbraio 2024

L'antifascismo sta diventando un crimine?

Il caso di Ilaria Salis va avanti ormai da quasi un anno, però ci sono volute le fotografie con guinzaglio e schiavettoni affinché i giornali più importanti se ne accorgessero. Meglio tardi che mai. 

Non so se sarà sufficiente a far capire a tutti quale modello politico è quello di Orban: ha posto la magistratura al servizio del governo e adesso si nasconde dietro l'indipendenza della magistratura. Va bene, è Orban, ci mancherebbe pure che non faccia celebrare "il giorno dell'onore" in ricordo dei miliziani delle "croci frecciate" morti al fianco dei nazisti nel tentativo di fermare l'avanzata dell'Armata Rossa: una festa della Liberazione alla rovescia. Nessuna meraviglia che sia stato montato un processo allo scopo di infliggere pene molto severe a chi ha osato disturbare quella celebrazione pubblica. Non gli basta neanche la carcerazione e la condanna di Ilaria Salis (per cui sono stati già chiesti 11 anni di reclusione) vorrebbe anche l'estradizione di un altro cittadino italiano: Gabriele Marchesi.


La gravità del caso in sé e di ciò che rappresenta l'ha capita perfino Vittorio Feltri: "l'Europa dovrebbe sbattere fuori dal proprio consesso l'Ungheria perché un fatto così grave testimonia come questo non sia un paese civile. Punto e basta.". Forse non era mai successo prima. Ma Salvini e altri leghisti hanno già qualificato la nostra concittadina in catene come terrorista andando a riesumare un processo che vide Ilaria Salis assolta dall'accusa di aver disturbato un gazebo leghista. Per i leghisti anche un'assoluzione può essere usata per gettare fango su una persona animata da una fede antifascista. E anche questo ci illumina abbastanza sulle vere ragioni per cui Salvini e i suoi seguaci non riescono a pronunciare la parola antifascista.

Ilaria Salis non è una santa, ci ripetono dagli schermi televisivi altri leghisti, perciò non stupitevi: senza patente di santità nessuno può pretendere di non subire abusi, maltrattamenti e lunghe carcerazioni in una cella due metri per due tra topi e scarafaggi. E' la logica illogica dei leghisti. Ma il quotidiano La Verità riesce a dire anche di peggio. Mette in prima pagina un articolo di Fabio Amendolara che si schiera duramente contro la Salis: "L'anarchica Ilaria Salis, considerata "una cacciatrice di nazi", è accusata di far parte di un gruppo criminale. Nonostante l'indignazione generale, è lei ad aver consentito le riprese a mani legate, trattamento standard in Ungheria."
Ah bè, quando un trattamento è standard diventa un buon trattamento. Dunque se i gulag staliniani e i lager nazisti erano trattamenti standard ci tocca approvarli. Per La Verità il cattivismo va sempre giustificato, di questo non mi stupisco più, ma perché vogliono farci sapere che le riprese fotografiche sono state effettuate col consenso della stessa prigioniera in catene? Solo per rigirare la frittata e buttare qualunque colpa su di lei? Per Amendolara la normalità quale dovrebbe essere? Avrebbe dovuto opporsi alle riprese? a quale scopo, per proteggere la buona reputazione dei sistemi giudiziari ungheresi?  

Cari giornalisti de La Verità, non vi basta fare apertamente il tifo per i neonazisti che celebrano le gesta delle 'croci frecciate' e difendere l'Ungheria che sanziona pesantemente chi osa disturbarli? Pretendete che anche la maestra anarchica debba tutelare con una sorta di privacy personale l'indecenza ungherese di cui andate tanto fieri? 


Purtroppo per noi La Verità non è un giornalaccio isolato nel suo modo di spargere disinformazione e becera propaganda, anche la testate della cosiddetta controinformazione (quella che pretende di dare libera voce ai cittadini) sono allineate al nuovo corso di riabilitazione.
ByoBlu (la sedicente TV dei cittadini) ci svela che Orbàn viene trattato da fascista solo perché "preserva le musiche e i balli tradizionali ungheresi". Lo afferma Gianuario nel fornirci La verità sull'Ungheria di Orbàn (31-1-24 min.20,35). Nella rubrica Orsobruno di Francesco Borgonovo, che scrive anche su La Verità (ed evidentemente ci tiene a non essere confuso coi rosso-bruni, alla Fusaro, lui è tutto bruno) viene messa alla berlina Concita Di Gregorio che avrebbe difeso la maestra Ilaria Salis nel suo diritto di continuare a fare la maestra senza subire lo stesso licenziamento inflitto ad un'altra maestra anarchica di Torino. In Italia i diplomatici che si esibiscono come nazi-rock vengono promossi ambasciatori, i docenti che vorrebbero mettere Liliana Segre in un termovalorizzatore continuano a fare i docenti, ma le maestrine anarchiche no. Quelle vanno licenziate subito, anche se non hanno commesso niente di penalmente rilevante.  

Qual è la tesi orsobruna di Borgonovo? A lui sembra che Concita Di Gregorio abbia preso una posizione 'partigiana'  (e cita Carl Schmitt per spiegarci che i partigiani sono di parte) ma questa partigianeria sarebbe sbagliata perché i "tifosi della libertà" che difendono l'impegno politico della maestra anarchica sarebbero colpevoli di non riconoscere lo stesso diritto a chi è impegnato dalla parte opposta.
Ci sta forse chiedendo che è necessario difendere anche la libertà dei nazisti di manifestare per affermare i loro valori di supremazia ariana e di libero sterminio delle razze inferiori? No, non è così sciocco Orsobruno, lui vorrebbe nascondersi dietro il paravento no-vax e dietro la libertà di sottrarsi all'obbligo vaccinale, perciò ci dice che Concita Di Gregorio sbaglia nel dire che Ilaria Salis potrebbe essere una buona maestra capace di trasmettere sani valori agli scolari. badate bene: sbaglia non perché sbaglia, ma perché appartiene a "quel mondo culturale che ti diceva quello è un no-vax, togliamogli i figli". Ma Borgonovo sa benissimo che Concita Di Gregorio non ha mai detto (e non direbbe mai) una cosa del genere, detta probabilmente da qualche invasato che Borgonovo non riuscirebbe neanche a citare. E l'appartenenza alla stessa area culturale è solo frutto della sua immaginazione.
Tra i tanti accesi dibattiti che abbiamo visto durante la pandemia ricordo solo una scivolata del prof. Galimberti che disse di non essere contrario all'idea di sanzionare penalmente l'obbligo vaccinale. Ma se anche volessimo aderire a questa tesi estrema trasformando i 100 euro di multa in una sanzione penale, dubito che possa essere equiparato a chi reclude in carcere fino a 24 anni (e con l'aggiunta di gravi maltrattamenti) chi ha dato quattro ceffoni a due neo-nazisti. Non sto esagerando, una lesione giudicata guaribile in 4 giorni, come quella lamentata dai nazi ungheresi, è l'esatto equivalente di quattro ceffoni, probabilmente tutti ben meritati.

L'Orsobruno, che pontifica dalla sua Verità, (su ByoBlu c'è anche l'Ora della Verità) per potersi nascondere dietro lo schermo delle discriminazioni subite dai no-vax dovrebbe prima aspettare che qualche no-vax finisca in prigione e poi fare un confronto tra i trattamenti giudiziari e carcerari, ma questo confronto non c'è, non è possibile, perché nessun no-vax è stato mai imprigionato e nessuna forza politica ha mai chiesto sanzioni penali, neanche di carattere meramente pecuniario. Borgonovo si sta solo arrampicando sugli specchi per non dire quello che veramente pensa. Fabio Amendolara l'ha detto meglio: Ilaria Salis appartiene a un gruppo criminale perché osteggiare e opporre resistenza alle manifestazioni di riabilitazione politica del nazismo va considerato attività criminale. E' la criminalizzazione dell'antifascismo, ormai invocata in modo sempre più insistente, ad ispirare anche Salvini quando afferma che l'adesione ad iniziative antifasciste rende una persona indegna di insegnare. Invece le denunce e le condanne per sequestro di persona (senza considerare tutto il resto) non possono far perdere la disciplina e onore richieste per rappresentare la nazione. Poveri noi.


A me non basta che a Ilaria Salis sia restituita in fretta la sua libertà e sia anche risarcita dell'ingiusta detenzione sopportata e i maltrattamenti subiti, che già vanno ben oltre ogni possibile giusta pena per la presunta aggressione senza conseguenze di cui è accusata, io sarei ben lieto di affidare a lei l'educazione dei miei figli perché nella sua libertaria fierezza mi sembra di riconoscere lo stesso spirito di Franca Caffa che a 94 anni va ancora a manifestare in prima fila davanti ai poliziotti in tenuta antisommossa e riesce ad impartire loro una bella lezione di educazione civica. 

L'insistenza ossessiva, con cui i sedicenti detentori della Verità ripetono "accuse gravi", "reato pesante", appartenenza a "un gruppo criminale", ecc., non bastano a far diventare grave quello che evidentemente non lo è.

Nessun commento:

Posta un commento