25 agosto 2023

Saviano politicamente scorretto

Roberto Saviano sarà processato. E' stato denunciato dalla Presidente del Consiglio. L'onorevole (sic) Donzelli lo ha annunciato con grandissima soddisfazione: i crimini vanno puniti e perseguiti. Saviano è un criminale da galera.

Ma cosa ha fatto Saviano? Quale crimine ha commesso?

In una intervista televisiva dedicata ai migranti che muiono in mare ogni giorno nella vana speranza di raggiungere un luogo in cui poter sopravvivere, allo scrittore è stato chiesto di esprimere un parere sul  governo che sta ostacolando chi prova a salvarli: a Cutro non scattarono i soccorsi, le associazioni dei volontari (ong) vengono costantemente diffamate, le loro navi sequestrate, pesanti multe vengono inflitte a chi effettua salvataggi multipli... Di fronte  a questo scenario di morte peggiorato da una strategia che ostacola i soccorsi e talvolta invoca gli affondamenti, Saviano ha detto: "bastardi!"

No, questo è troppo! Non è una critica: dire bastardi è un'offesa, una diffamazione, è una parola politicamente scorretta.

La RAI ha immediatamente censurato il documentario di Saviano. L'avevano già registrato ma in questi casi la censura è d'obbligo e si estende a tutto il programma televisivo. Ma non basta. Pronunciare quella parola è un vero crimine. Saviano va processato e condannato. I giudici devono occuparsi di lui e delle sue parole, non delle omissioni di soccorso, non dei morti annegati, non dello stato di abbandono in cui versano centinaia di migliaia di persone, non dello sfruttamento che spinge i migranti verso le nostre coste... su tutto possiamo transigere, o tranquillamente ignorare, soprattutto se nuoce agli altri, ma non sulla singola parola usata da Saviano.

 

La destra non si accontenta di una semplice censura, vuole il carcere per chi esprime opinioni politicamente scorrette, che non sono quelle contrarie ai valori della Costituzione (uguaglianza, solidarietà, ecc. cioè gli stessi valori che ispirano i giudizi di Saviano).  La destra però si oppone alla censura quando la censura non c'è, come nel caso del generale Vannacci. Lui non è stato censurato da nessuno ma è importante che gli sia garantita la libertà di parola e di stampa, nonché massima visibilità, cioè lui deve avere quella libertà che il governo ha recentemente negato a tutti i dipendenti pubblici, deve poter scrivere che per lui il principio di uguaglianza e di pari dignità è sbagliato: chi appartiene ad un gruppo di minoranza non è normale; i migranti sono minoranze e non sono sufficientemente obbedienti, ossequiosi e riconoscenti della nostra grande generosità.

La voglia di discriminare tra degni e indegni, tra normali e anormali, non va taciuta, si deve poter esprimere liberamente anche con parole forti e anche manifestando sentimenti di odio che sono sentimenti naturali, come giustamente osserva il generale usando l'esempio dei pedofili. Chi non li odia? Così per noi cittadini è bene sapere che a comandare le forze armate ci sono comandanti che nutrono odio per certe categorie; ma Saviano no, lui non indossa una divisa, quindi lui non può esprimere disprezzo per chi ignora o disprezza la vita di migliaia di disperati. Non deve dire che è una cosa da bastardi. E' politicamente scorretto. Quindi è un crimine.

Ma attenzione, Saviano subirà il processo penale per quella parola, ma non deve atteggiarsi a vittima, perché il politically-correct è un'arma usata dalla sinistra. La destra non lo farebbe mai. La colpa di tutto è ancora una volta della sinistra, quella woke, che vorrebbe fare la morale agli altri. Se lui viene censurato e condannato la colpa è dello stesso Saviano e di quelli come lui che van cianciando di uguaglianza e solidarietà, la colpa non può essere di chi contro di lui usa bavaglio e manette. Cos'altro potrebbe fare?

Il generale Vannacci guadagnerà parecchio dal suo libro (non censurato e non censurabile), resterà regolarmente in servizio, andrà a comandare altri reparti e forse entrerà anche in politica (quelli di Forza Nuova gli hanno già offerto una candidatura, ma probabilmente lui entrerà in liste più accreditate). Al TG1 già gli concedono spazi per autocelebrazioni. Lui però è una vera vittima, al pari di Giordano Bruno. Le fiamme già gli lambiscono i piedi e le ginocchia. E' vittima di quella sinistra che neanche si degna di leggere il suo libro, ma che vorrebbe imporre a tutti il rispetto dei valori costituzionali, come etica condivisa, vorrebbe farne un opprimente "pensiero unico" e di questo il generale se ne duole moltissimo. 


Il libro del generale Vannacci è in cima alle vendite di Amazon, nessuno ha chiesto di censurarlo, e credo che nessuno lo denuncerà alla Corte dei Conti per chiedergli il risarcimento del danno all'immagine della nostra Repubblica. Se il Times mette come titolo "Per il generale italiano Roberto Vannacci l'adozione gay è come il cannibalismo", noi italiani non possiamo non esserne orgogliosi.

La sinistra (che poi si riduce a quello che scrive il quotidiano di proprietà Fiat) pretende di dire cos'è giusto e cos'è sbagliato, come se chiunque potesse arrogarsi un diritto del genere, o come se possa esistere un'etica comune condivisa da tutti. Questo è inaccettabile! Ma come si permettono!?! Pensano forse che in democrazia alla vita di un essere umano debba essere sempre attribuito un valore? o che possiamo considerare tutti uguali, senza distinguere i normali da quelli che normali non sono? Pensano che chiunque possa dire la sua e parlare liberamente senza essere generale o ministro? 

Di questo passo dove finiremo? Qualcuno con la scusa del politically-correct potrebbe tornare a prendersela con Roberto Calderoli, che oltre a far strame della nostra Costituzione e del nostro sistema elettorale, paragonava  la dottoressa Kyenge a una scimmia e irrideva la fede religiosa altrui. Erano opinioni che non avevano nulla di scorretto, nulla di offensivo, e che infatti non gli hanno impedito di diventare Ministro nell'attuale governo Meloni per fare altri scempi istituzionali. Si chiama libertà di opinione. Come quella di poter dire che la campionessa Paola Egonu non può dirsi italiana per il solo fatto di essere nata in Italia, di parlare italiano, di essere cittadina italiana e rappresentare l'Italia nella gare internazionali. Finché non le dici bastarda che problema c'è? Considerarla italiana sarebbe davvero un mondo al contrario, parola di generale, uno che con la sua divisa rappresenta lo Stato democratico.

Nessun commento:

Posta un commento