31 agosto 2020

Il ruolo degli esperti nel sistema democratico

 Vorrei precisare che il ne ultra crepidam di cui ho parlato nel precedente post non va inteso come censura, non serve per dire che parlano solo gli esperti e tutti gli altri tacciono. In democrazia tutti possono parlare e possono criticare (con argomenti) qualunque cosa. Di contro nessuno, neanche il più esperto, dovrebbe esprimersi in modo ingiurioso e insolente. Però alla conoscenza va riconosciuto il suo valore. 

La parità esiste nelle forme e nel rispetto personale, ma nel merito, che attiene alla sostanza, non siamo tutti sullo stesso piano. Se io non so niente di medicina non posso stabilire la diagnosi, né posso ordinare al medico la ricetta dei farmaci. Però posso cambiare medico e questa piccola libertà è già sufficiente a darmi un potere che potrebbe tenere il medico in soggezione. L'economia riesce facilmente a prevalere sul valore delle conoscenze e sull'autonomia della ricerca scientifica. 

[con note di aggiornamento]

 Se ciascuno sapesse restare dentro i propri limiti sarebbe più facile riconoscere il valore del sapere, ma non è mai così. Gli ignoranti quasi sempre ignorano totalmente i propri limiti e quando gli ignoranti sono anche molto ricchi si crea un circuito disastroso. Ma torniamo alle questioni concrete. Chi può dire oggi se il coronavirus Sars-cov-2 esiste davvero oppure è solo una falsità? chi può dire se è un organismo generato da evoluzioni naturali o un prodotto artificiale? chi può valutare la bontà delle terapie? chi può darci indicazioni sulle misure protettive? Rispetto a queste domande il governo italiano sembra aver fatto tutti i passi giusti: ha chiesto il parere alle persone qualificate e ha deciso di conseguenza, si è assunto anche la responsabilità di decisioni molto forti con conseguenze economiche molto gravi, ma salvando vite umane e arginando il collasso degli ospedali anche il danno economico sarà meno grave di quello che ci sarebbe stato senza i divieti.

 Se questi sono i fatti è sciocco parlare di democrazia sospesa, di provvedimenti anticostituzionali, di usurpazione di poteri assoluti. E' la stessa Costituzione a prevedere la possibilità di limitare le libertà.

Art.16 Cost - Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza

Anche la libertà di riunione (art. 17) può essere limitata per motivi di sicurezza e incolumità pubblica.  Le limitazioni imposte dai decreti presidenziali (DPCM) erano autorizzate da una legge che ne aveva definito l'ambito (DL 6/220 e 19/220 convertiti in Legge 5 marzo 2020, n. 13 e Legge 22 maggio 2020, n. 35). Non c'è stata alcuna usurpazione di poteri, non è vero che il Parlamento è stato esautorato, non siamo in un regime di democrazia sospesa. Chi formula queste accuse non conosce l'ordinamento giuridico. Alcuni invocano l'art.13 della Costituzione senza considerare che quel principio riguarda la tutela della libertà personale da restrizioni di carattere personale, non le disposizioni generali per tutta a collettività.

C'è anche chi invoca il Testo Unico di Pubblica Sicurezza che vieta di entrare nei luoghi pubblici col volto coperto e non riconoscibile, per sostenere l'illegittimità dell'obbligo di usare mascherine protettive dimenticando che le norme di carattere generale possono essere derogate da norme speciali come sono quelle adottate per contrastare la pandemia. 

Ma allora perché vediamo giuristi di fama come Sabino Cassese che formulano critiche al governo?

Cassese è stato messo in mostra sui canali della contro-informazione. La sua autorevolezza è stata utilizzata per certificare che il governo Conte ha commesso abusi. Ma basta ascoltare con attenzione per capire che anche il prof. Cassese valuta positivamente l'azione del governo, pur avendo rilevato alcuni passaggi imperfetti. (****)

Cassese approva le limitazioni di libertà introdotte per decreto e anche la concessione dei poteri alla Protezione Civile. Nel secondo video egli ci offre anche utili riflessioni sull'importanza di conservare il Servizio Sanitario come servizio Nazionale gestito in modo UNITARIO (che non significa uniforme).

Credo che le stesse considerazioni si possono (e si devono) applicare anche al sistema della Pubblica Istruzione, al contrario di quello che vorrebbero fare berlusconiani e leghisti con l'autonomia differenziata, proposta scellerata a cui aderiscono anche importanti componenti del PD.

Gli esperti vanno ascoltati evitando di deformarne il pensiero a seconda delle convenienze.

In conclusione possiamo dire che tutto va bene? tutte le critiche sono sbagliate?  Assolutamente no, ma invece di inventarsi una inverosimile dittatura sanitaria imposta da Giuseppe Conte, sarebbe più corretto fare attenzione a quei fatti che ogni cittadino può valutare. Per esempio a me non è piaciuta la secretazione dei pareri scientifici su cui erano basati i decreti governativi nella prima fase dell'emergenza sanitaria (*). Perché sono stati secretati? Ora sono pubblici e c'è chi li cita per accusare il governo di aver imposto un lockdown nazionale che i consulenti scientifici non avevano consigliato. Sembra una contraddizione, ma ricordiamo tutti che il governo inizialmente aveva bloccato 14 province, poi, di fronte alle immediate fughe di massa, fu presa la decisione di chiudere tutto. Non furono i pareri scientifici ad orientare questa scelta, bensì la furbizia degli italiani. Anche qui il governo sembra aver agito correttamente al fine di evitare guai peggiori. Però, c'è un però: il governo è stato indotto a chiudere l'intero territorio con una decisione innovativa rispetto a tutti gli altri paesi sulla base di notizie. Quelle notizie di meridionali che fuggivano nottetempo dalle regioni del nord non erano false, ma qual era l'entità del fenomeno? C'è stata una proporzione adeguata oppure l'esagerazione giornalistica ha generato un'esagerazione dei provvedimenti governativi? Questa domanda deve porsi anche per altre situazioni analoghe, ma che capacità hanno i cittadini di valutare le notizie? come possono misurare l'entità di ciò che la stampa ingigantisce e deforma? Un invito a riflettere su questo l'ho trovato nel blog di Gennaro Carotenuto

Ognuno ha il diritto di giudicare i fatti, ma quali sono i veri fatti? Come possiamo restituire ai cittadini la loro funzione di sovrani del sistema democratico senza la certezza dei fatti? Non può esserci una verità imposta, allora occorre una stampa libera e indipendente. 

Non occorre imporre limiti al diritto di criticare, non si può mettere il bavaglio agli ignoranti, come non si può mettere ai dissidenti, ma occorrono sistemi di protezione della libera informazione, inoltre occorre qualcosa che consenta a tutti di riconoscere l'esperto e di non confonderlo col ciarlatano (**). Non basta il titolo di studio e il curriculum accademico, serve anche l'indipendenza di giudizio.

A tal riguardo il discorso fatto a Berlino nei giorni scorsi da Robert Kennedy junior è molto interessante, e anche importante, perché pone l'attenzione sui conflitti di interesse. Dove c'è un conflitto di interesse anche la voce più qualificata perde di autorevolezza, deve essere guardata con sospetto e, soprattutto, occorre impedire l'occultamento delle situazioni di conflitto di interessi che invece dilagano e corrodono la democrazia. Lo aveva denunciato con ottimi esempi il prof. Guido Rossi in un prezioso libro del 2003: "Il conflitto epidemico". Un testo in cui il giurista italiano aveva paragonato i conflitti di interesse ad una epidemia che sta trasformando il capitalismo liberale. 

Si ha continuamente notizia di virus dormienti, tollerati magari da secoli, che all’improvviso innescano un’epidemia letale contro la quale paiono non esistere difese.  

Occorre un ripensamento di tutto un sistema di cautele, che altrimenti rischia, per paradosso, di travolgere proprio quelle forme giuridiche ed economiche su cui si reggono le nostre società, e che sarebbe in linea teorica chiamato a proteggere. Il conflitto di interesse è un virus che dev'essere combattuto con la stessa determinazione con cui stiamo cercando di contrastare il Covid-19. 

I lobbisti sono veicoli di quel virus, sono incompatibili col sistema democratico. Non si possono usare sistemi omeopatici e pensare di combattere i conflitti di interesse introducendo altri interessi come vorrebbero i sostenitori di una legge volta a legittimare e regolamentare il lobbismo. Per esempio Flavio Briatore sa accumulare profitti con le gare automobilistiche, le evasioni fiscali e la getione di locali di intrattenimento, è un impresario, e questo non fa di lui un esperto di virus, allo stesso modo neanche il signor Bill Gates ha titolo per parlare di virus e di vaccini, intanto perché non è un medico, ma soprattutto perché ha messo il suo denaro proprio nel campo dei vaccini. Gli interessi economici non scompaiono qualificandoli come attività filantropica (***). Anche Briatore dice di essere un filantropo, uno che regala posti di lavoro. Dunque Bill Gates che interviene a una conferenza sui vaccini non è solo un ultracrepidario, di più, è un sospetto doppiogiochista.

I lobbisti, anche quando viaggiano sotto le insegne del volontariato e della solidarietà umana, non rappresentano la scienza. Devono restare dentro il recinto dell'imprenditoria privata. Un recinto da tenere ben chiuso a tutela degli stessi imprenditori. Il capitalismo si autodistrugge senza regole ferree come quelle di antitrust.

L'alleanza tra scienza e politica, auspicata da alcune riflessioni del prof. Cacciari, richiede un rapporto dei politici coi rappresentanti di una scienza libera e indipendente, quindi non inquinata da investimenti, profitti, lobbies, ecc. La sanità e l'istruzione non si possono sottomettere agli interessi di investitori, la salute non può essere governata da gruppi assicurativi, il sapere non può essere secretato dal copyright, l'esercito non può essere fonte di profitto per fabbricanti di armi, e via dicendo. 

Occorrono barriere protettive che lungi dall'essere assimilabili a proposte comuniste, costituiscono piuttosto le necessarie difese di una economia che voglia essere genuinamente liberista.


NOTE DI AGGIORNAMENTO:

(*) Nei giorni scorsi è stato chiarito che la secretazione dei pareri del Comitato Tecnico Scientifico era stata richiesta dello stesso comitato per evitare che la diffusione di scenari di alta mortalità potesse scatenare il panico. Non è stata una scelta del governo per nascondere decisioni non corrispondenti all'indicazione degli scienziati.

(**) Che ormai i titoli accademici non siano più prova di nulla lo dimostra la recente sortita di un professore universitario (Marco Gervasoni) che usa i social per insulti e istigazioni della peggior specie: sparare ai barconi, affondare la SeaWatch, la chiesa cattolica stigmatizzata come centro sociale rosso, gli eurocrati (dirigenti politici e amministrativi dell'Unione Europea) definiti merd*, teste di c*, ecc. Un linguaggio accademico che ben si confà alle simpatie politiche del professore di storia contemporanea. Poveri studenti!

(***) Sulla questione del conflitto di interessi che sta inquinando anche i discorsi e le scelte che riguardano la pandemia e i vaccini, è intervenuto con la sua consueta saggezza papa Francesco:

"purtroppo, assistiamo all'emergere di interessi di parte. Per esempio, c'è chi vorrebbe appropriarsi di possibili soluzioni, come nel caso dei vaccini, per poi vendergli gli altri. Alcuni approfittano della situazione per fomentare divisioni: per cercare vantaggi economici o politici, generando o aumentando conflitti. Altri semplicemente non si interessano della sofferenza altrui, passano oltre e vanno per la loro strada. Sono i devoti di Ponzio Pilato: se ne lavano le mani"

 

AGGIORNAMENTO del 22 ottobre 2021

(****) E' passato un po' di tempo ma finalmente sono state pubblicate le motivazioni della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha confermato la piena legittimità dei DPCM del governo Conte. La tesi del prof. Sabino Cassese è stata smentita.

1 commento:

  1. Intanto grazie per le tue riflessioni interessantissime alle quali dedicherò più tempo. Robert F. Kennedy non avrebbe potuto tenere il suo discorso se la corte costituzionale regionale, dapprima, e la corte costituzionale federale, poi, non avessero accolto i ricorsi degli organizzatori della manifestazione contro il divieto deciso dal Senatore Geisel (SPD, ministro degli interni della città-stato di Berlino), motivandolo con un articolo simile all'art. 16 della nostra costituzione. Ti potrebbe interessare sapere chi è il signor Geisel: fino alla Caduta del Muro di Berlino, il politico è stato membro del SED, il partito al potere per 40 anni nella DDR: il retroterra culturale e politico del signor non mi sembra molto "democratico e liberale". Certo, obbietterai, dopo 30 anni si può anche cambiare... Ma a pensar male , spesso ci si azzecca. Avendo Robert F. Kennedy accettato di parlare ad una manifestazione di "negazionismi, terrapiattisti, complottisti e covidioti", tu lo definiresti "negazionista"? Così giusto per sapere la tua opinione.

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